La conservazione del digitale è uno dei grandi temi. Proviamo a considerare quanto durano i CD cui affidiamo la nostra "esistenza". E proviamo a riaprire un file realizzato, magari nel 1990, con un qualsiasi software. Che magari abbiamo lasciato su un floppy disk da 1,2 Mb ... Conservazione del digitale, obsolescenza dell'hardware, software dimenticati ... senza efficenti programmi di conversione del dato in un altro formato e assoluta assenza di standard di riferimento ... Anchè quì c'è n'è per tutti ......
ECDL2005 9th European Conference on Research and Advanced Technology for Digital Libraries Vienna, Austria September 18-23, 2005 http://www.ecdl2005.org
perchè allora non pensiamo alla obsolescenza dei siti web? sapete che all'estero stanno incominciando a far muovere nel web dei sistemi automatici che salvano pagine web automaticamente così da registrare la situazione via via nel tempo ? inoltre va considerato che tra poco dovrà essere messa in atto la legge sul diritto di stampa che prevede per l'appunto il deposito legale dei supporti digitali... tutto ciò senza una vera direttiva , per adesso, sul come conservare questi fantomatici supporti... (e soprattutto sembra senza finanziamenti!) bello no? ciao
Il moderatore di questo tema (a cui solo un navigato dentista riesce ad estrarre le informazioni) è un affermato storico del web. A lui quindi l'onere d'illuminarci (senza accredito di bollette Enel) sul tema dell'obsolescenza.
Più che sentire .. vedere: Atti del convegno INTERNET PER IL RESTAURO Il web per la conservazione, la conservazione del web Ferrara Venerdì 4 aprile 2003 http://www.tine.it/news/InternetRestauro.pdf
Rispondo e rilancio al volo. Scusate, innanzitutto, per l'assenza. E' vero che la legge 104/2004 investe le biblioteche nazionali centrali del tema della conservazione del digitale. Tra il digitale da salvare anche internet (e quindi il web). E' anche vero che il regolamento di attuazione previsto dalla legge è in ritardo colossale. La Biblioteca di Firenze qualche velato suggerimento lo ha dato, in particolare per quanto concerne il web. Intanto cìè da dire che questa raccolta sembra non spetterà ai singoli "titolari" di web ma questa verrà compiuta mediante "crawler" che navigheranno il web italico. Già su questo concetto potremmo spendere qualche ora di discussione. Io ad esempio ho il mio sito nel dominio .net. Sarò censito o no? Potrei avere il mio server ad Hong Kong..... ed in quel caso? Ma su questo potremmo ritornare. Conservazione dei supporti o dei contenuti?
Intanto c'è da dire che questo tema, cari Alessandro e Sergio, si connette con quello della vita del web che, come credo sia noto, ha oggi una dozzina di anni di vita...
Sul sito ICR. per pura dimostrazione di quali siano state le variazioni da allora ad oggi, ho inserito le prime due versioni del sito stesso (6 pagine la prima versione, messa on line nel mese di agosto/settembre 1998 ).
Bah. Vado un pochino a casaccio ... ma aggiungo anche che l'American Institute of Conservation (l'associazione dei restauratori statunitensi) ha attivato uno specifico gruppo di lavoro che si occupa di Electronic Media Conservation. Sarebbe possibile da noi una iniziativa analoga?
Restauratore - National Archives of Scotland Utente anziano
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Interessantissimo. E credo da sempre (quasi) che questa sia una delle migliori strade da percorrere per i restauratori di ultima generazione.
Testo citato
Sarebbe possibile da noi una iniziativa analoga?
Dubito. Per questioni di mentalità. Però andrebbe provato, e andrebbe stretta collaborazione assidua con istituzioni che ci lavorano su come l'AIC. Sogno?
Hai ragione, cara Gloria. C'è una difficoltà operativa (vome fare ad avere 4 mani e due teste?) ed una di prospettiva... intendo dire che seguo via web alcune loro iniziative ma sarebbe opportuno che qualcuno con maggiori contatti con la realtà nord-americana si attivasse su questo. Il problema è trovare questo qualcuno. Alcune dei convegni che si tengono in giro danno ottimi spunti ma, tanto per capirci, nel mio istituto nemmeno pagano le missioni "sollecitate" pensa quelle proposte dal dipendente. Ma io, comunque, non mi sconforto....
Restauratore - National Archives of Scotland Utente anziano
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Sai Giancarlo, mi chiedo se in casi come questi seguire la via della ricerca privata, sostenuta da fondi di natura non pubblica, potesse essere la via da seguire. Non sono certa, ma di certo l'immobilismo che viviamo è molto molto restrittivo, sia per i risultati concreti che per l'anima del professionista. Che ne pensate?
Ricerca privata. Non ho una idea precisa, al momento. Mi verrebbe da rispondere che non riesco ad immaginarlo. Intanto dico anch'io... Cosa ne pensate?
per quanto riguarda la ricerca credo che quella privata ha qualche prospettiva se è di tipo applicativo. La ricerca di base credo che debba rimanere di appannaggio pubblico...
Marco NICOLA MODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Conservation Scientist - Diagnosta dei Beni Culturali Analisi chimiche, chimico-fisiche, petrografiche, biologiche... e ricerche per lo Studio, la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Artistico sito: http://www.adamantionet.com
Restauratore,fotografia e diagnostica per immagini Utente recente
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riguardo a questo vecchio topic, ormai chiuso da tempo, vorrei ricordare l'interessantissimo interevento del dr. Ivan Grossi all'ultimo congresso IGIIC (2007) di Cremona, "il problema della conservazione e del restauro di opere d'arte basate sui nuovi media", che ha cercato di sensibilizzare i presenti appunto riguardo alla questione della archiviazione e trasmissione di dati su supporti informatici, facendo notare che il problema è, sì, strettamente legato all'evoluzione del software, ma che è soprattutto un problema di incompatibilità hardware. Non bisogna dimenticare infatti che, soprattutto nel caso di trasmissione di immagini e video, fondamentale è il ruolo del sistema di decodifica dati e proiezione. Se i problemi legati al software potrebbero essere "facilmente" superati attraverso l'adozione di formati standard, ben altre problematiche sono legate all'evoluzione hardware.
Stefano Marziali Restauratore, esperto in fotografia e analisi multispettrali per immagini
L'Università La Sapienza di Roma in collaborazione con la Cineteca Nazionale ha organizzato un master accademico di primo livello in Restauro Digitale Audio/Video.
Il Master intende sviluppare delle figure professionali che possano operare nel nuovo ambito del restauro cinematografico e video e nei complessi processi di archiviazione multimediale per il recupero artistico-culturale di opere audiovisive, sia attraverso lo studio delle metodologie produttive del restauro dell’audiovisivo, sia attraverso l’applicazione delle tecnologie elettroniche digitali con gli hardware e software più noti in ambito broadcast, il più diffuso dei quali è Revival Da Vinci.
Il Master si svolgerà a Roma presso Centro Teatro Ateneo/Centro di Ricerca sullo Spettacolo dell’Università di Roma “La Sapienza” e presso la Cineteca Nazionale, uno tra i maggiori archivi cinematografici europei, ricco di oltre 80.000 film compreso il patrimonio dell'Archivio Nazionale del Cinema d'Impresa di Ivrea e impegnata non solo in un'intensa attività di diffusione culturale ma anche nel restauro del cinema italiano. La collaborazione della Cineteca Nazionale nell’organizzazione didattica del Master prevede una formazione professionale di alto profilo grazie anche alla presenza di docenti professionisti del restauro cinematografico e alla possibilità di svolgere alcuni dei moduli previsti nel corso presso la sede della Cineteca.
Le lezioni inizieranno entro il 15 gennaio e si concluderanno entro il 20 dicembre 2011.
Gli studenti, nel corso dell’intero Master, realizzeranno dei progetti di restauro sviluppati in sede, usufruendo della cineteca del Centro Teatro Ateneo, presso la Cineteca Nazionale e presso le aziende selezionate dal consiglio scientifico, per realizzare delle simulazioni reali, che comprendono tutti i processi di lavorazione del restauro digitale e avere così accesso a tutte le tecnologie, dai trattamenti di restauro chimico-fisico, al restauro digitale, fino alla creazione di sistemi per l’archiviazione dei dati audiovisivi.
L’erogazione dell’intero master sarà in lingua italiana.