Conservatrice opere d´arte, prof. universitá Utente medio
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Per un grande edificio costruito con cemento a vista:
quale sarebbe il miglior metodo di pulitura?
e quale risulta essere il miglior consolidante idrorepellente da applicare su tutta la superficie?
E' un edificio situato in un paese tropicale, con forti presenze di funghi, alghe e licheni, causati dalla costante temperatura alta e dalla forte presenza di umidità . I tempi di degrado qui sono accellerati al 80 %.
Le opere in calcestruzzo di cemento armato non richiedono particolari precauzioni nelle opere di manutenzione. I consolidanti più idonei (anche se i più cari) sono gli esteri dell'acido silicico. Per l'idrorepellenza e/o l'impermeabilizzazione (non occorrono prodotti traspiranti) si può usare una vasta gamma di "protettivi" specifici per il cemento armato.
In un messaggio precedente parlavo degli esteri dell'acido silicico. Queste sostanze hanno una forte capacità di penetrazione ed occorre utilizzarne una certa quantità (quasi a saturazione); visto il loro costo ed il quantitativo occorrente l'utilizzo su edifici storici giustifica in qualche modo l'investimento.
Architetto-Dottore di ricerca in Conservazione Utente anziano
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Perché naturalmente, Simona, per un edificio di interesse storico, i procedimenti sono conservativi della natura storica dell'opera, e del suo significato per la storia dell'architettura. Se é un edificio recente, di non grande qualità architettonica, si passa dalla conservazione, al recupero ed alla sostituzione, o manutenzione dell'edilizia. Non conviene impiegare, in quel caso materiali, tecniche ed operatori dedicati, ma la semplice manodopera edilizia va più che bene. togli i copriferri, verifica lo stato dei ferri, spazzolali o sostituiscili dove occora, ripristina i copriferri con malta non troppo porosa ( i biodeteriogeni attecchiscono solo su materiale che prende acqua). Casomai pensa ad un materiale protettivo o ad un rivestimento se l'opera non ha particolari qualità architettoniche.
Ho usato gli esteri silicei su cemento , ma non sempre si hanno buoni risultati. Senza fare pubblicità occulta secondo me esistono prodotti adatti all'edilizia storica meno complessi da applicare, più economici ma qualità valida. Trovo discreta la linea edilizia storica di una famosa casa per il restauro.
Piacere di conoscerla, forse mi sono male espressa; mi riferivo a molti prodotti a base di esteri silicei, ma di "CONCORRENZA" rispetto alla ben nota casa produttrice usata nel mondo del restauro, che mi danno buoni risultati sull'edilizia storica ed incontrano il favore delle maestarnze meno specializzate. Se non è zuppa è pan bagnato...ma far lavorare gli operai in condizioni a loropiù gradevoli a volte ho l'impressione generi migliori risultati rispetto ad utilizzare il prodotto di superiore qualità. In genere i prodotti della cir sono da loro ben graditi, dicono, poichè più semplici e veloci da applicare
in risposta al quesito di Simona: E´un edificio situato in un paese tropicale, con forti presenze di funghi, alghe e licheni, causati dalla costante temperatura alta e dalla forte presenza di umiditá. I tempi di degrado qui sono accellerati al 80 %.
le strutture in cemento possono essere trattate con metodologie ben rodate che provengono dalla conservazione, il processo è lo stesso (progettuale). consolidare il cemento può essere d'aito l'uso della tecnologia del sottovuoto in profondità, in questo caso si arriva a "toccare" i ferri interni, impiego di resine consolidanti con polimero corto o della famiglia degli esteri. trattare la superficie del cemento: c'è la presenza del biodeteriogeno, questo è un fattore da tener conto, e il solo utilizzo dei un buon prodotto idrofubo non basta.
ho recentemete applicato un prodotto nuovo con caratteristiche completamente opposte ai normali protettivi, la composizione è a base di titanio, e la caratteristica e di avere un fronte "bagnato" cioè contrario ai principi di idrofubizzazione e rilascio di ioni OH. questo comporta: un auto pulitura della superficie e l'allontanamento della presenza del biodeteriogeno. penso che per una superficie come questa, con molti problemi, questa nuova tecnica potrebbe essere applicabile.
il mio suggerimento potrebbe essere ingenuo ma hai provato a vedere cosa usano gli abitanti del luogo per fare manutenzione? magari una bassa tecnologia, relativamente facile da usare per le maestranze locali dovrebbe essere preferita rispetto a composti tanto sofisticati provati solo in una fascia climatica temperata e che quindi alla lunga non garantirebbero una grande tenuta rispetto al costo.
da alcune esperienze viste in Tibet posso garantire che le maestranze locali ne sanno sempre una più del diavolo
Arch. Alessandro NICOLA
Nicola Restauri s.r.l. Via Mazzini 8, Aramengo (Asti) 0141909125
Mi riferisco a qualche messaggio qui sopra in particolare a quello dell'arch Pertini. Non sono daccordo che sia favorevole sempre agevolare la manodopera (spesso in edilizia a bassissima o nulla specializzazione) a scapito dell'utilizzo di prodotti corretti. Ricordo che spesso molte aziende preparado prodotti "a prova di stupido" proprio per quel tipo di manodopera ma le caratteristiche di detti prodotti di solito non sono di alto livello. Poi non è assolutamente vero che tutti i silicati di etile (di varie aziende) sono uguali, anche a parità di apparenti caratteristiche da scheda, le performance sono diverse. Per caso fa riferimento alle acril-siliconiche che sono nettamente diverse? E poi quale sarebbe la famosa casa produttrice di materiali per restauro? A me risulta che i produttori di materiali per restauro quasi non esistano, ci sono però degli ottimi formulatori e distributori. saluti.
... ed i formulatori diminuiscono la quantità di "residuo secco" ed aggiungono più solvente allo scopo di rendere meno caro e più commerciabile il prodotto ....