restauratrice opere lignee,doratura e cornici Utente Attivo
Posts: 43
Location: imperia
Siamo davvero a conoscenza del rischio che la nostra salute può avere, ogni volta che lavoriamo in un cantiere o in un laboratorio di restauro, manipolando macchinari o prodotti chimici?
Consulente Diagnostica e Restauratore d' Arte Utente anziano
Posts: 537
Location: Venezia
Per esperienza personale, posso dirti di no...siamo molto indietro in questo senso in Italia, doprattutto nelle pmi
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro
Conservatrice opere d´arte, prof. universitá Utente medio
Posts: 23
Location: Varese-Santo Domingo
Grazie Signor Tiné, il suo articolo é veramente interessante e mi ha colmato alcune lacune: per esempio non sapevo che il gel di silice fosse tossico. Comunque, in questo mestiere il rischio non é solo dovuto ai solventi, ci sono vari fattori che creano problemi fisici rilevanti. Quello che mi da ai nervi é che la sanitá non riconosce queste malattie. Io, come tante ex colleghe, ho dovuto in parte abbandonare il mestiere per i seri problemi fisici che tutt´ora persistono. Li menziono perché abbastanza comuni: il tunnel carpiale di due dita mi si infiammano facilmente creandomi dolori tipo crampi, con mancanza di sensibilitá delle mani che mi fanno perdere la presa (causata dall´uso costante del bisturi); tra le vertebre della cervicale mi si é completamente consumata la cartilagine che mi comporta seri dolori e mal di testa (troppi soffitti); per ultimo le conseguenze dovute al carbonato d´ammonio che nell´epoca in cui lo utilizzavo mi ha creato perdita di memoria ed oggi posso respirare ammoniaca senza alcun fastidio. Lo stato italiano dovrebbe considerare seriamente il restauro come una professione a rischio.
bisognerebbe che lo sappiano le ditte, prima di farci usare solventi molto tossici.. io sono in dubbio se abbandonare il restauro per il mal di testa che mi provocano i solventi
restauratrice opere lignee,doratura e cornici Utente Attivo
Posts: 43
Location: imperia
Rispondendo ad Ottavia: La ditta fornitrice conosce la pericolosità di queste sostanze, ma spetta al datore di lavoro informarsi e formarsi! .
Il datore di lavoro ha 2 obblighi, per quanto riguarda i prodotti chimici:
1) Deve richiedere la cartella tecnica informativa sulla pericolosità dei prodotti (dalla ditta che lo fornisce)
2) Deve INFORMARE i dipendenti sull'utilizzo dei prodotti chimici O eventualmente fargli conseguire un corso di formazione!
Una cosa che non sapevo e che potrà sembrare una stupidaggine, ma l'uso delle lenti a contatto durante l'impiego di solventi organici , è molto pericoloso per i vapori che possono interagire con il materiale delle lenti stesse.
Restaurando l'interno di una chiesa: come si può intervenire, per ventilare l'ambiente, ogni volta che si fa uso di solventi?
Restauratore - National Archives of Scotland Utente anziano
Posts: 97
Location: Edinburgh
Tasto dolente...
Qualcuno per caso sa come si applica la medicina del lavoro al settore del restauro? Voglio dire... le ditte private devono sottoporre i dipendenti alle visite periodiche tenendo conto dei rischi a cui sono esposti come avviene in altri campi? Nel pubblico funziona alla stessa maniera? D'istinto mi viene da credere che sia tutto a posto, ma non vorrei fidarmi troppo di questo istinto...
io ho una ditta privata, artigiana quindi. Quando ho assunto gli apprendisti, ho stipulato un contratto con una società, un ente bilaterale artigiano, che mi ha fornito il medico competente ( medicina del lavoro), il quale ha fatto un sopralluogo sul posto di lavoro, ha visitato i dipendenti, ha fissato esami periodici. In pratica, assolve agli adempimenti previsti dal D.Lgs. 626/94: - nomina del medico aziendale - visite mediche obbligatorie ( preventive e accertamenti periodici) - sopralluogo in azienda - piano di sorveglianza sanitaria - corsi per lavoratori e imprese
Queste cose non sò se sono però obbligatorie per le ditte artigiane molto piccole, bisognerebbe informarsi, facendo riferimento sempre alla 626.
Circa i solventi molto tossici, ormai possono essere sostituiti senza problemi e certo non da ora, sono ormai parecchi anni che esistono validissime alternative che salvaguardano la nostra salute. Bisogna solo informarsi e studiare!!
Consulente Diagnostica e Restauratore d' Arte Utente anziano
Posts: 537
Location: Venezia
La situazione in merito alla protezione e prevenzione della malattia professionale nel settore del restauro dele opere d'arte risulta un ambito molto complesso, sia a livello nazionale che internazionale. Purtroppo la legge 626 in molti casi aiuta a risolvere solo una parte della problematiche relative alla cantieristica: quasi sempre sfugge completamente il controllo sui piccoli laboratori e le imprese individuali. Un altro grave problema, ancora molto sottovalutato da committenti ed operatori è il rischio d'incendio. Nel campo del restauro sicuramente fa la voce grossa il rischio chimico, ma le problematiche legate alle posture errate, i danni di natura fisica ( es radiazioni ionizzanti, rumore, temperatura) e psicologico sono sempre più all'attenzione degli esperti. La settorialità del lavoro in questione e la sua poca popolazione numerica all'attivo ( sembriamo tanti ma come categoria in realtà è alquanto ristretta ) fa si che siano pochi gli interessi in gioco da parte di istituzioni ed aziende che basano le loro ricerche nel settore prevalentemente sul dato statistico. Inoltre il problema del restauratore è che esso è bombardato ogni giorno da una serie di eventi lesivi di piccola portata che generano spesso malattie professionali a lungo termine ed con percorsi poco prevedibili (per cui difficilemnte inquadrabili in tabelle tipo) e non il classico chiaro ed inequivocabile infortunio. Infine le misure di protezione individuale (dpi) e collettive sono spesso sottovalutate, disdegnate poichè scomode, poichè oco mirate o costose. Quasi ovunque la politica dei prezzi non lascia spazio sufficiente alla tutela personale ed all'investimento in questo senso, per cui egli vive in un perenne limbo in cui è al contempo vittima e carnefice di se stesso.... Che altro dire....potrei dilungarmi parecchio, ma rischierei di diventare pesante...e pericolosa...
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro
Consulente Diagnostica e Restauratore d' Arte Utente anziano
Posts: 537
Location: Venezia
Rispetto alla tossicità dei solventi..mi sembra banale ricordare che tutti i solventi sono tossici...e che spesso anche solventi a bassa tossicità possono causare disturbi estremamente seri su particolari organi (es. alcool etilico e fegato) Il concetto di meno tossico viene spesso erroneamente assocciato all'idea di basso rischio, ma le due cose non sonosempre sinonimi ....Tutto è estremamente relativo e complesso in questo settore ...meno tossico il più delle volte purtroppo significa solo...meno tossico di altri....
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro
restauratrice opere lignee,doratura e cornici Utente Attivo
Posts: 43
Location: imperia
Il solvente non più allo stato liquido, ma in gel, permette a chi lo usa di non mettere la maschera e di non "sniffare" vapori nocivi per la salute, e questo è già un passo avanti(certo che le dovute precauzioni non devono mancare!) E lo smaltimento dei rifiuti? Conosco laboratori che non lo fanno! E questo a mio parere è MOLTO GRAVE! >
Consulente Diagnostica e Restauratore d' Arte Utente anziano
Posts: 537
Location: Venezia
Attenta Oriana, quello che scrivi non è corretto....l'evaporazione viene solo ridotta di una certa percentuale che dipende dalle caratteristiche chimico fisiche del solvente, dalla quantità di addensante che aggiungi e da come essi interagiscono tra loro...... Non esiste a tutt'oggi nessun sistema per neutralizzare totalmente la tossicità. Mettere la maschera o meno è una scelta che deve essere ponderata ogni volta in base al tipo di gel realizzato dalle condizioni ambientali in cui sei e soprattutto dalla durata dell'esposizione! Ovviamente sono un ottimo sistema, oltre che all'avanguardia, sicuramente una delle migliori soluzioni sul campo, ma bisogna fare comunque molta attenzione. Tra parentesi sono in dubbio le tossicità di alcuni agenti addensanti.... Rispetto allo smaltimento dei rifiuti siamo ancora più indietro che col resto ...parteciperò ad un convegno in merito la settimana prossima, ma posso già dirti che le premesse non sono affatto entusiasmanti.
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro
restauratrice opere lignee,doratura e cornici Utente Attivo
Posts: 43
Location: imperia
Non sono stata a specificare, comunque,molto importante, sapere che la pericolosità di un solvente dipende,nello specifico dal punto di ebollizione e dal grado di evaporazione relativa. M queste proprietà fisiche e chimiche,come dici tu, si possono alterare con l'aggiunta di una quantità di addensante, e allora ci affacciamo ad una situazione ad alto rischio e non controllabile n campo chimico -fisico Per quanto riguarda lo smaltimento,ci sarebbe da parlare tantissimo. Ci sono procedure molto precise da seguire e molte volte il restauratore o per pigrizia o per la considerazione di una perdita di tempo, o per il costo, non svolge a pieno il suo compito. Ad esempio: I batuffoli di cotone sporchi di solvente, vanno divisi da quelli imbevuti in soluzione acquosa. mettere in un sacchetto in pvc e sigillarlo, pesarlo e indicarne il contenuto. Dalle mie parti,stanno facendo un massimo controllo e non solo nel campo del restauro, ma a tutti i settori che richiedono uno specifico smaltimento dei rifiuti.
restauro dipinti su tela, tavola, affreschi Utente medio
Posts: 29
Location: Cesena
Mi interessa molto il discorso dello smaltimento dei rifiuti; mi sto giustappunto informando ora per effettuarlo secondo tutte le regole. dati i minimi quantitativi che spesso produciamo non sarebbe più giusto poterli smaltire nelle isole ecologiche dove il privato può smaltire anche rifiuti tossici?(posso chiedervi indicativamente se il costo che sostenete è alto, così ho un paragone con i preventivi che mi arriveranno?) Per quanto riguarda la tutela della salute e i dettami della 626, trovo inadeguato il fatto di eseguire le analisi specifiche una volta l'anno, quando ti chiamano e non quando si fa uso dei solventi (in pratica non si sa veramente se e quanti metaboliti hai in corpo o elimini quando usi i solventi per i quali ti stanno facendo le analisi <dato che non sono tutti>). Mi sembrano esami di valore molto molto relativo.
Consulente Diagnostica e Restauratore d' Arte Utente anziano
Posts: 537
Location: Venezia
Concordo con te per le analisi mediche, ma non per lo smaltimento dei rifiuti, se tutti i restauratori italiani portassero il loro piccolo quantitativo in discarica liberamente....immagini che quantità si creerebbe? E poi...chi e come controllerebbe cosa realmente tu stai dichiarando di buttare? Sarebbe troppo facile "imbrogliare" soprattutto con i solventi... Inoltre, anche per semplice disattenzione od errore casuale, potrebbero innescarsi reazioni chimiche impreviste tra i vari materiali gettati da persone diverse.. Troppo rischioso, sia per l'ambiente che per noi stessi. Il costo è effettivamente ancora un pò alto, ma se tutti smaltissero regolarmente, invece di gettare di nascosto, si abbasserebbe di molto in breve tempo e diventerebbe una prassi consueta ed utile per tutti. Personalmente ritengo servano con urgenza soluzioni mirate in merito
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro
Consulente Diagnostica e Restauratore d' Arte Utente anziano
Posts: 537
Location: Venezia
Il convegno che ho seguito riguardava per lo più dinamiche di corretto stoccaggio- smaltimento di rifiuti soprattutto in merito ai cantieri mobili. Il focus centrale è stato sul riconoscimento di agenti tossici e della giusta quantificazione del grado di rischio da imputare a resti di lavorazione (es macerie). Altro tema caldo è stato come gestire e prevenire in sicurezza possibili interazioni tra i diversi reflui stoccati per prevenire rischi secondari (es incendio). Si è parlato molto anche delle normative comunali e nazionali riguardo alle nuove regole dettate dalla diffusione della raccolta differenziata e della sua applicabilità-osticità rispetto alle lavorazioni ed ai prodotti di scarto delle attività "artigiane", quali ad esempio il restauro nel caso delle pmi: in questo senso il dibattito su costi ed ammortamento è stato molto animato... Facendo però parte di un programma di ricerca pro futura pubblicazione non posso darne maggiori dettagli...
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro
Consulente Diagnostica e Restauratore d' Arte Utente anziano
Posts: 537
Location: Venezia
cara...mi sa che se va avanti così...la leggeranno i tuoi nipoti! Ma non disperiamo, infondo, siamo in Italia...
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro