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nora2 |
Novembre 15, 2006, 10:13am |
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restauratrice materiali lapidei Nuovo utente 
Posts: 4
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Buongiorno a tutti. Sono una restauratrice in fase di restauro...di se stessa: dopo una separazione consensuale da questo ambito lavorativo, mi ritrovo, consensualmente, a tentare una riunione con esso. Al momento sono impegnata nella fase di studio e progettazione del restauro di un portale del 1600 in tufo grigio di un palazzo storico della mia città. Mi domando, anzi, vi domando quale possa essere il materiale più adatto per ricostruire una parte dell'articolato fregio che funge da cornice: la mia esperienza a riguardo si limita alla ricostruzione a calco di parti destinate all'interno.  Grazie e a presto Eleonora |
| Eleonora Lampis |
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Jole Marcuccio |
Novembre 15, 2006, 11:48am |
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Posts: 441
Location: Bergamo
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ora la firma va bene. Grazie
penso che si possa ricorrere a resine epossidiche caricate con inerte adeguato, nel tuo caso il tufo, ma aspettiamo il commento di chi è più specializzato nel settore lapidei |
| Jole Marcuccio
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stefano_qi |
Novembre 15, 2006, 12:47pm |
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Posts: 42
Location: Assisi (Pg)
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non reputandomi assolutamente un esperto di lapideo posso tuttavia testimoniare una mia esperienza. Nel 2002 ho partecipato al corso di aggiornamento organizzato dall'ARI su "Realizzazione di calchi, formatura e repliche di oggetti tridimensionali, vecchie e nuove metodologie", docente del corso Dott. Alessandro Danesi, con la presenza della Caldic Italia.l'incontro verteva sullo studio delle metodologie applicate alla realizzazione delle forme e dei calchi, sia con metodi tradizionali (vedi resine epossidiche e poliesteri caricate con inerti vari) che, soprattutto, l'utilizzo di un prodotto di nuova concezione chiamato "Jesmonite", commercializzato appunto dalla Caldic, in varianti appositamente studiate per soddisfare diverse esigenze. Il materiale è risultato piuttosto interessante in quanto a bassissima tossicità in ogniuno dei suoi componenti e nel processo di produzione, perchè su base acquosa, e privo di ritiro. Possiede caratteristiche di maneggevolezza ed applicazione molto facilitate rispetto alle resine e possibilità di essere colato in stampi elastici, di silicone o altri elastomeri o stampi rigidi, buono per la creazione delle forme e degli stampi in quanto la presa avviene con leggerissimo aumento di volume garantendo il perfetto riempimento con ottima capacità di riproduzione della superficie. Finora lo ho utilizzato solo per piccoli particolari e mi sembra che la resa sia molto buona ma gli utilizzi spaziano dalla ricostruzione di sculture anche complesse a realizzazioni di grosse superfici come scenografie. Per le schede tecniche ti puoi rivolgere direttamente alla Caldic Italia, via Saronnino n.5 - 21040 Origgio (VA). tel. 0296390.1 web site http://www.caldic.com email siliconi@caldic.it spero ciò ti sia utile saluti, stefano |
| Stefano Petrignani |
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nora2 |
Novembre 15, 2006, 1:57pm |
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restauratrice materiali lapidei Nuovo utente 
Posts: 4
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Grazie moltissime.
-per Jole: stavo proprio valutando la resina epossidica+inerte, in particolare la Hardrock della Phase.
-per Stefano: molto interessante questa Jesmonite. Pare sia molto usata all'estero, proprio per la sua atossicità e versatilità. Ho già scritto alla Caldic per avere la scheda tecnica.
A presto
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| Eleonora Lampis |
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Adamantio |
Novembre 15, 2006, 3:35pm |
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Dottore in Chimica - Consulente Restauro  
Posts: 933
Location: Torino e Aramengo (AT)
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| Marco NICOLAMODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALEConservation Scientist - Diagnosta dei Beni Culturali Analisi chimiche, chimico-fisiche, petrografiche, biologiche... e ricerche per lo Studio, la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Artistico sito: http://www.adamantionet.com |
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stefano_qi |
Novembre 15, 2006, 5:31pm |
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Posts: 42
Location: Assisi (Pg)
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Giustissima ed importante puntualizzazione; ti ringrazio Marco. |
| Stefano Petrignani |
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sottunga |
Novembre 16, 2006, 6:56pm |
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restauratore Nuovo utente 
Posts: 2
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salve a tutti, io sto cercando una bibliografia relativa alle tecniche per l'esecuzione di calchi, ma non riesco a trovare nulla! avete qualche consiglio? grazie |
| barbara berelli |
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al.danesi |
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Nuovo utente 
Posts: 1
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Grazie alla citazione di Stefano Petrignani, che ringrazio, sono capitato su questo forum solo oggi ma spero in tempo per dare un'utile indicazione a Barbara Berelli. Uno dei testi più esaustivi sulle tecniche di riproduzione, anche se un po' datato, è P. Rosier, "Le moulage", (Paris - 1990). Sempre dello stesso anno, segnalo pure A. Giusti, "Sculture da conservare", (Vallardi - 1990). Le notizie più recenti sull'uso della Jesmonite, che nel frattempo si è evoluta, sono pubblicate negli atti dei convegni IGIIC 2004. Resto sempre a disposizione per ulteriori notizie. Saluti Alessandro Danesi |
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eflaia |
Febbraio 4, 2007, 11:37pm |
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Resp. laboratorio conservazione e archivista  
Posts: 327
Location: Roma
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A proposito di calchi: mi rendo conto che la domanda è piuttosto bizzarra. Devo eseguire un calco su un sigillo di cera del XVIII secolo. La pratica comune raccomanda l'uso di gomme siliconiche. Oppure di gesso. Ovviamente opterei per le gomme siliconiche tuttavia non saprei come proteggere/isolare adegauatamente la cera dell'originale, sia per non sporcarla sia per evitare possibili contaminazioni dei siliconi sulla cera stessa. Stavo pensando di usare della metilcellulosa ma poi ho pensato che può esserci il rischio che si accumuli proprio sulle scritte e di perdere quindi i particolari. Avete suggerimenti? Grazie in anticipo Enrico |
| Enrico Flaiani |
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Adamantio |
Febbraio 5, 2007, 12:23pm |
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Dottore in Chimica - Consulente Restauro  
Posts: 933
Location: Torino e Aramengo (AT)
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due possibili strade... non dico suggerimenti perchè non mi è mai capitato il caso del sigillo in cera e poi, ovviamente, dovrei vedere da vicino il sigillo soppesare la situazione, capire che tipo di cera è, ecc.
A) perchè non usare il gesso? il gesso è su base acquosa e quindi dovrebbe evitare di attaccarsi alla cera in qualunque modo
B) se vuoi fare il moderno puoi provare con del ciclododecano, eventualmente spray, che dovrebbe essere un protettivo temporaneo ma potrebbe funzionare egregiamente anche come distaccante... in teoria nel tempo dovrebbe sublimare senza lasciare tracce... molto di moda. Tuttavia, anche in relazione al tipo di cera del sigillo bisognerebbe cercare di capire se ci possono essere problemi... magari, ad esempio, a causa di solventi contenuti nel ciclododecano... nel caso fammi sapere anche perchè anche se ho già qualche esperienza di ciclododecano, avere ulteriori casistiche potrebbe essere interessante... inoltre non so se quello spray è sufficiente... resta poi il fatto che ho testato il ciclododecano più di un anno fa su un vetro... deve ancora sublimare.... sublimerà ? In ogni caso ti consiglio prima di fare il calco di provare su un sigillo di cera nuovo di prova... |
| Marco NICOLAMODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALEConservation Scientist - Diagnosta dei Beni Culturali Analisi chimiche, chimico-fisiche, petrografiche, biologiche... e ricerche per lo Studio, la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Artistico sito: http://www.adamantionet.com |
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eflaia |
Febbraio 5, 2007, 10:24pm |
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Resp. laboratorio conservazione e archivista  
Posts: 327
Location: Roma
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Grazie per le informazioni.Per la verità pensavo che il gas contenuto nella bombola potesse agire da solvente. Non sarebbe la prima volta. Ho già visto casi in cui il ciclododecano spay ha sciolto alcune scritte. I calchi im gesso non mi piacciono molto. Sono troppo rigidi, si rompono facilmente, impiegano molto tempo ad asciugare... e poi a colarci dentro altra cera per ottenere un positivo sono veramente macchinosi. Ovvimante le prove sono d'obbligo. Inoltre qualcuno può suggerirmi anche un pò di bibloiografia? Quanto al ciclododecano (quello che ho messo puro dopo averlo sciolto a caldo) per sublimare sublima. Anche se in tempi veramente biblici. Grazie ancora. Enrico |
| Enrico Flaiani |
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alessandro sidoti |
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restauratore conservatore di libri e manoscritti  
Posts: 399
Location: firenze
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a proposito di ciclododecano sublimare sublima ma ho sentito che alle prove di invecchiamento accelerato (che forse non sono l'ideale per il ciclododecano) macchia la carta in maniera irreparabile. purtroppo è un po ' una voce di corridoio senza bibliografia ne sapete niente ? |
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Jole Marcuccio |
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Posts: 441
Location: Bergamo
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per ferrara dovrebbero pubblicare gli atti del convegno del Cesmar tenutosi a Milano nel mese di novembre. dovrebbero esserci contributi importanti proprio sul ciclododecano, sulle sue caratteristiche e sulle modalità di applicazione su materiali diversi. |
| Jole Marcuccio
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