Ho provato a trattare la superficie di un marmo colonizzato da alghe con soluzione al 3% di benzalconio cloruro con scarso successo, nonostrante i numerosi impacchi. Ho trovato in letteratura citato l'isotiazolinone cloruro che appare molto piů efficace per debellare miceti, alghe e lieviti. Qualcuno puň fornimi informazioni su come posso approvvigionarmi di questo composto poichč i classici cataloghi di reagenti non lo trattano! E' possibile che esso sia giŕ incluso in formulazioni pronte per l'uso?
penso che esistano formulati analoghi anche di altre case produttrici; in particolare ti segnalo il Lichenicida 264 (Bresciani) che è abase di N-diclorofluorometiltio-N',N'-dimetil-N-fenil-solfonildiammide che secondo la scheda tecnica è studiato appositamente per funghi, licheni ed alghe.
Per quanto riguarda il link citato (relativo a CTS) ti segnalo l' n-ottil-isotiazolinone (contenuto in "Biotin R" e "Biotin T"), che pur non essendo il medesimo composto da te menzionato è ad esso in parte simile e probabilmente ne condivide almeno parzialmente l'azione.
Marco NICOLA MODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Conservation Scientist - Diagnosta dei Beni Culturali Analisi chimiche, chimico-fisiche, petrografiche, biologiche... e ricerche per lo Studio, la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Artistico sito: http://www.adamantionet.com
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Ciao meloni, Conoco ed utilizzo sia il lichenicida bresciani che il biotin cts. Anche se la formulazione č apparentemente simile, il risultato atteso č molto diverso, in particolare a seconda della natura della superficie da trattare. Sono entrambi ottimi prodotti, ma a grandi linee, in base alla descrizione del degrado che fai, ti consiglio di tentare prima con il Biotin, che, letteratura a parte, "statisticamente" per la mia esperienza, risulta lavorare piů ad ampio spettro. Se non ottieni i risultati sperati ed il problema principale sono licheni ( e non alghe o insiemi eterogenei di essi) allora passa direttamente al lichenicida 264. Nel trattamento biocida la cosa fondamentale (oltre alle dosi) non č tanto il prodotto usato ma come lo utilizzi. In un caso ostinato non č pensabile, ad esempio lavorare senza impacco. Sono spesso necessari due passaggio alternati ad azione meccanica adatta. Gli imapcchi possono essere fatti con prodotti diversi , per abbattare selettivamente prima un biotederiogeno, poi l'altro. Attenta anche a prendere precauzioni contro il rilascio di eventuali pigmenti nel materiale lapideo prodotti dalle rotture dlle pareti cellulari. Con certi tipi di licheni ti sarŕ quasi impossibile, poi, minimizzare il danno. Se puoi darci maggiori informazioni e mandarci una foto, forse possiamo aiutarti meglio.
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro
Buongiorno a tutti, mi sto occupando di un ponte in biocalcarenite fortemente attaccato da ogni sorta di alghe, muschi e batteri. Sto vagliando molti biocidi per poter intervenire e rimuovere la vegetazione inferiore, ma in tutte le schede tecniche che sono riuscita a recuperare mi consigliano di applicare il biocida mediante impacchi di polpa di carta. Esiste un buon, anzi un ottimo biocida che si possa applicare a spruzzo o a pennello? La mia domanda può risultare forse ingenua, però con gli impacchi avremmo numerosi problemi logistici: in primis per la superficie da trattare (solo il fronte nord -fortemente attaccato da biodeteriogeni- è circa 850mq) e poi perchè la calcarenite organogena è interessata da una forte alveolizzazione, con cavità molto profonde. Se riesco a capire come si procede invio una foto. Grazie Francesca
Nel suo caso non so quanto sia utile l'utilizzo di un biocida. I motivi, al di lĂ della particolaritĂ dell'oggetto da trattare, sono 2: l'estensione della superficie e l'esposizione a nord.
Mi ero posto problemi simili ad Ortygia : http://www.culturalheritage.net/ortygia/italiano/Patina_biologica.html In quel caso, oltre agli apparati decorativi il fenomeno colpiva superfici intonacate. Ci si era posti il problema sull'opportunità d'intervenire. Sotto l'aspetto strettamente estetico-formale nutrivo diverse perplessità . Tuttavia, per quanto concerne le superfici intonacate, considerando che la presenza di una patina biologica tende a mantenere la superficie esterna umida mi è sembrato corretto consigliare dei sistemi d'intervento per limitare problemi di condensa superficiale negli interni. Rendere salubri le abitazioni di un centro storico è una motivazione valida per intervenire.
Il caso di un ponte deve essere esaminato in modo diverso. 1- è opportuno intervenire ? 2- dopo che sarà finito l'effetto del biocida cosa vieterà ai microorganismi di attecchire nuovamente su di una superficie costantemente umida ?
Nel caso si scegliesse d'intervenire, dopo l'applicazione del biocida, in ogni caso, occorrerĂ provvedere sia all'asportazione dei biodeteriogeni che al trattamento della superficie (prevedendo cicli manutentivi di 5-10 anni) con sostanze idrorepellenti.
In ogni caso, visto l'oggetto, utilizzerei un biocida ad ampio spettro d'azione. Veda lei
Conservatrice opere d´arte, prof. universitá Utente medio
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Sto utilizzando il biotin del CTS su pietra calcarea corallina, che e' molto porosa e con una superficie ruvida..... in un ambiente caraibico, dove temperatura e umidita' accellerano la formazione delle alghe. Utilizzandolo al 3%, si sono riformate le alghe dopo 20 giorni. Dove l'ho utilizzato puro, x ora e' ancora stabile, calcolando che sono passati 5 mesi.
Approfittando dell'argomento, sto giusto investigando sulle alghe...
Sto cercando letteratura che tratti le alghe nei paesi tropicali; in internet ho trovato ben poco...
Vi chiedo la cortesia di aiutarmi con del materiale, calcolando che vivo in un paese dove nn esiste bibliografia sul restauro (quindi o pdf o libri che si comprano in internet).