Salve a Tutti! Mi chiamo Irene, sono una restauratrice che si sente sempre troppo ignorante!! Complimenti per questo forum, e per la sua gestione! Ho una domanda: nel cantiere in cui lavoro (affreschi e stucchi dorati) si vorrebbe provare ad usare un prodotto, "tetra NA: acido etilendiamminotetraacetico, sale tetrasodico, circa 87%" (cito indicazioni scritte sul sacco), sciolto in acqua deionizzata in basse percentuali, ancora da definire, per la pulitura degli affreschi e della doratura a guazzo presente sugli stucchi (i primi datati fine ottocento ed i secondi datati primo seicento)...arriva la domanda: questo prodotto è, almeno in via teorica, compatibile con le superfici sopra citate, che presentano uno strato consistente di sporco grasso e polvere? Aiutatemi a capire, sto un pò in ansia!! Grazie a tutti! Irene Pelliccioni
Il prodotto che cita (pH 11) è un complessante adatto alla rimozione di sali metallici, ne esiste anche una variante denominata edta bisodico (pH 4,5) (usato nella formulazione ICR del pulitore AB57), quest'ultimo lo troverei più indicato per la pulitura degli stucchi, magari in combinazione con del carbonato di ammonio. Mentre il tetrasodico lo usarei sui metalli. Le % di utilizzo variano dal 2 al 15%. Tenga comunque conto che questo prodotto è particolarmente indicato per l'asportazione di croste nere, mentre nel suo caso se è "solo" sporco grasso si potrebbe anche provare con un tensioattivo. Saluti.
Grazie, Edoardo, per i consigli, ne farò tesoro. Sono già state prodotte delle piccole prove di pulitura, i cui risultati dal punto di vista estetico, devo dire, sono apprezzabili. Se l'alta basicità del prodotto può causare alterazioni, anche future, è il caso di fermarsi!! Grazie ancora! Irene
Per abbassare un po' la basicità del prodotto si può provare a miscelarlo con dell'EDTA bisodico controllando il pH fino a raggiungere circa la neutralità . L'effetto pulente dovrebbe infatti non essere legato al pH dell'EDTA (se non in minima parte) ma piuttosto dovrebbe essere dovuto alle proprietà chelanti e complessanti dello stesso (puntualizzo che secondo alcuni autori sussisterebbero anche altri fenomeni di natura elettrostatica). In ogni caso ti consiglio di utilizzarlo a concentrazioni non superiori al 5%. Infatti, a parte il fatto che in prove che ho eseguito non ho ottenuto mgliori risultati a concentrazioni elevate, si deve sempre tenere conto che stai usando una fonte di sodio notevole e che quindi è sempre meglio operare con la minor concentrazione possibile per limitare la possibile permanenza di sali solubili. A tal proposito ti consiglio di risciacquare molto bene la superficie e di usare il prodotto possibilimente su opportuni addensanti per limitarne la penetrazione. E' in ogni caso discussa l'applicabilità stessa su superfici porose proprio a causa di possibili residui.
Per ulteriori informazioni ti rimando alla sezione diagnostica dove potrai aprire apposto tema
Marco NICOLA MODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Conservation Scientist - Diagnosta dei Beni Culturali Analisi chimiche, chimico-fisiche, petrografiche, biologiche... e ricerche per lo Studio, la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Artistico sito: http://www.adamantionet.com
Sono daccordo anche io con l'arch. Tinè che sarebbe meglio iniziare prima con test di tensioattivi (soprattutto se si ha a che fare con polveri di natura grassa), lo avevo anche accennato nella mia prima risposta. Vorrei però aggiungere a questo discorso sui pulitori per materiali lapidei, stucchi, ecc., qualcuno di voi ha esperienza nell'uso di formiati di ammonio addensati per la pulitura?
Consulente Diagnostica e Restauratore d' Arte Utente anziano
Posts: 537
Location: Venezia
Buonasera, leggo solo ora il tuo messaggio. Se debbo essere del tutto sincera, io eviterei l'utilizzo del prodotto a meno he non si ottenga alcun risultato utilizzando degli impacchi con carbonato di ammonio o eventualmente con ab57 modificato ( eliminando dalla ricetta il carbonato di sodio) Quali sono le motivazioni di questa scelta? Riguardo alla doratura, un tensioattivo addensato od un solvent gel mi sembrerebbero più appropriati e più controllabili.
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro