Cari amici e colleghi,
L'Associazione Bianchi Bandinelli ha scritto un appello per chiedere al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Sandro Bondi, di revocare l'istituzione di una nuova "Direzione generale per i musei, le gallerie e la valorizzazione", a capo della quale egli intenderebbe porre un supermanager dai poteri pressoché assoluti (e da lui individuato, come certamente saprete, nella persona dell'ex presidente di Mc Donald's Italia). L'iniziativa ministeriale è di una tale gravità da richiedere una ferma e decisa azione di contrasto da parte di tutti coloro che hanno a cuore le sorti del patrimonio culturale della Nazione, ormai anche formalmente avviato verso una pericolosa deriva aziendalista che rischia di dilapidare le competenze tecnico-scientifiche indispensabili per la trasmissione al futuro di questo patrimonio, e in ultima battuta di dilapidare il patrimonio stesso. La posta in gioco è dunque altissima, e la ferma presa di posizione della Bianchi Bandinelli mi pare tanto nobile quanto eticamente doverosa. Vi invito pertanto a visitare il sito dell'Associazione (www.bianchibandinelli.it), dove trovate anche l'appello che riporto qui di seguito, e a sottoscrivere la petizione inviando una mail alla casella appello@bianchibandinelli.it. Vi pregherei anche di assicurare la massima diffusione possibile all'appello, eventualmente trasmettendolo a colleghi di istituzioni e musei stranieri. E mi scuso con chi già l'avesse ricevuto, e già avesse aderito.
Un saluto cordiale
APPELLO PER LA SALVAGUARDIA DEI MUSEI E
DEI BENI ARCHEOLOGICI E ARTISTICI IN ITALIA
L'istituzione della figura del 'super manager' con i poteri assoluti che gli vengono delegati nell'ambito della nuova "Direzione generale per i musei, le gallerie e la valorizzazione" e il progetto di messa a reddito del patrimonio artistico e archeologico che la sottende sono scelte profondamente sbagliate nel presente e irrimediabilmente dannose nel futuro.
Vedere equiparato a merce di scambio quel patrimonio e insieme cancellata la sua tradizione di tutela provoca un senso di forte disagio e una ferma reazione di rifiuto.
La necessaria riforma della gestione dei beni culturali in Italia deve assicurare valore alle competenze e alla formazione tecnico-scientifica e nel contempo alle istanze storiche ed educative della valorizzazione, in modo da garantire la conservazione nel presente e la consegna al futuro delle opere, e da impedirne lo svilimento e il degrado.
Chi amministra e governa il paese non ha la potestà di mettere a rischio il patrimonio che ha garantito all'Italia una posizione primaria nella cultura occidentale, minacciando quell'insieme straordinario, costituito dalle opere e dai loro contesti, dalle loro vicende storiche e conservative, territoriali e museali. Ciò non significa escludere la collaborazione di competenze in grado di assicurare un adeguamento delle risorse, ma significa guardarsi dal pericolo di innescare meccanismi di consumo a perdere.
Un'eredità unica e inalienabile non può essere equiparata a qualsiasi altra forma di capitale, neppure col pretesto della grave crisi economica.
La comunità scientifica internazionale dichiara il proprio sconcerto e richiede la revoca immediata di tale Direzione generale, denunciando la necessità di un radicale ripensamento.
Roma, 17 novembre 2008 |