dispaccio ANSA BONDI A RESTAURATORI, SÌ A PROROGA BANDO > SPE S43 S0B QBXB BENI CULTURALI: BONDI A RESTAURATORI, SÌ A PROROGA BANDO > (V:«BENI CULTURALI...'DELLE 17.45 (ANSA) - ROMA, 10 DIC - Sì alla > possibilità di prorogare la scandenza dei termini del bando per il > riconoscimento della qualifica di restauratore. Lo dice il ministro dei > beni culturali Sandro Bondi che risponde così ai sindacati di settore che > sulla vicenda hanno annunciato una manifestazione in piazza a Roma sabato > 12 dicembre. La proroga, fa notare Bondi, era peraltro già programmata > dagli Uffici dell'Amministrazione per rendere maggiormente efficiente la > procedura. Il Ministro, si legge in una nota diffusa dall'ufficio stampa > del ministero, »riconferma l'indispensabilità che, dopo decenni di > incertezza e mancanza di regole, venga completata l'attuazione del Codice > dei beni culturali in questa materia. Sarà così possibile avviare - > conclude- i nuovi corsi formativi e individuare i soggetti abilitati ad > eseguire gli interventi di restauro e, soprattutto, mantenere il livello > di eccellenza della nostra Scuola di restauro, di cui andiamo fieri nel > mondo«. (ANSA). LB 10-DIC-09 17:50 NNN > FINE DISPACCIO >
Seduta n. 255 del 9/12/2009 TESTO AGGIORNATO AL 10 DICEMBRE 2009 ATTI DI INDIRIZZO
La Camera,premesso che: nel corso di questo primo periodo dell'azione del Governo, con i decreti ministeriali 53, 86 e 87 del 2009, è stata completata la disciplina regolamentare della formazione e dell'esercizio della professione dei restauratori di beni culturali ed è stata avviata l'attuazione, a livello amministrativo, del programma delineato dagli articoli 182 e 29 del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004; in particolare, l'attuazione dell'articolo 182, che disciplina la fase transitoria, dopo un lungo periodo di sostanziale mancanza di regole certe permetterà di dare una risposta all'esigenza di individuare i soggetti i quali, oggi, sono in possesso della qualifica professionale di restauratore di beni culturali - e sono quindi in grado di eseguire, con autonoma responsabilità decisionale, gli interventi di manutenzione e restauro di beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici, oggetto della riserva professionale sancita dall'articolo 29, comma 6 - nonché i soggetti i quali sono in possesso della qualifica di collaboratore restauratore, e possono quindi eseguire le attività conservative sotto la guida e la responsabilità del restauratore; il riconoscimento delle qualifiche professionali ai singoli operatori permetterà
anche di riformare, in attuazione dell'articolo 201 del Codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo n. 163 del 2006, il sistema di qualificazione delle imprese esecutrici per le categorie OS2 A e B, superando l'attuale situazione di disordine, che, nell'incertezza della vigenza e della portata applicativa del decreto ministeriale n. 294 del 2000, ha visto in anni recenti proliferare le attestazioni senza un'adeguata verifica del possesso dei requisiti di idoneità tecnica ed organizzativa, rischiando di vanificare l'importanza strategica e le peculiarità di funzionamento del settore, pure generalmente riconosciute e sancite anche dalle disposizioni di cui agli articoli 197-205 del Codice dei contratti pubblici; in definitiva, anche mediante tali adempimenti il Ministero per i beni e le attività culturali sta cercando di dare nuova linfa al primato che l'Italia ha sempre vantato nella elaborazione delle metodologie e nella pratica del restauro dei beni culturali, e nell'alta formazione dei restauratori, ormai da più parti messo in discussione a causa delle limitate risorse destinabili al settore e della difficoltà di dar vita a strutture di dimensione e capacità operativa adeguate ai compiti imposti dalle esigenze conservative di un patrimonio culturale vastissimo e diversificato, tali da richiedere sempre più la partecipazione integrata di una pluralità di soggetti pubblici e privati ed alti livelli di qualità professionale; l'attuazione dell'articolo 182, peraltro, ha comportato e comporterà la soluzione di numerose difficoltà applicative, con la circolare n. 35 del 2009 ed i successiviaddendum di cui alle circolari nn. 36 del 2009 e 39 del 2009, il Ministero ha affrontato gran parte delle questioni applicative, in particolare prevedendo numerose aperture interpretative che vengono incontro agli operatori al fine di consentire loro la dimostrazione dell'attività svolta, ovviando alla mancanza o alla irreperibilità concreta di documentazione direttamente significativa; tuttavia, nonostante l'impegno del Ministero, allorché la procedura di qualificazione giungerà a compimento saranno ormai trascorsi diversi anni dall'emanazione delle disposizioni legislative succitate; per questo motivo, in particolare, dall'applicazione della disciplina transitoria resteranno esclusi non pochi soggetti, i quali, pur attivi nel settore, alle date previste dall'articolo 182 non avevano ancora completato il corso di studi e/o maturato l'attività lavorativa richiesti per il conseguimento delle qualifiche professionali;
in particolare, anche per evitare una soluzione di continuità generazionale suscettibile di determinare conseguenze negative sul mercato del lavoro, occorre tener conto degli operatori più giovani, i quali, oltre a non poter conseguire in via transitoria la qualifica di restauratore, ed in alcuni casi nemmeno quella di collaboratore restauratore, potrebbero incontrare difficoltà nell'accedere ai nuovi corsi di formazione che in futuro verranno organizzati, per i restauratori sulla base dei decreti ministeriali n. 86 del 2009 e n. 87 del 2009, e per le altre figure professionali sulla base della disciplina da adottare in attuazione dell'articolo 29, comma 10, del citato Codice; inoltre, per evitare di penalizzare gli operatori in grado di partecipare alla prova di idoneità prevista dall'articolo 182, comma 1-bis, occorre che le modalità organizzative di detta prova, da determinarsi in applicazione del decreto ministeriale n. 53 del 2009, siano rivolte a verificare le conoscenze e capacità acquisite sul campo, e non a selezionare sulla base di criteri nozionistici, evitando altresì che vengano individuate per le prove tematiche troppo specifiche e proprie soltanto di alcuni dei settori (ambiti di competenza) elencati nell'allegato A del decreto ministeriale n. 53 del 2009),
impegna il Governo:
ad adottare tutte le ulteriori iniziative organizzative e soluzioni interpretative
volte a rendere la procedura di selezione pubblica di cui al bando pubblicato nellaGazzetta Ufficiale del 29 settembre 2009, ed in particolare la prova di idoneità di cui all'articolo 4 di detto bando, effettivamente aderenti alle finalità di valutazione delle conoscenze e capacità professionali e di qualificazione che costituiscono laratio della disciplina transitoria di cui all'articolo 182 del Codice dei beni culturali e del paesaggio; a favorire, anche mediante iniziative dirette degli istituti centrali dello Stato operanti del settore, sinergia con le università, le accademie di belle arti, le regioni, gli enti locali, le fondazioni culturali, ed ogni altro soggetto pubblico e privato interessato, un'offerta formativa per restauratori di beni culturali, ampia ed articolata sul territorio nazionale, nel rispetto dei criteri e livelli stabiliti dal decreto ministeriale n. 87 del 2009 ed in coerenza con le opportunità di lavoro del settore; ad insediare quanto prima la commissione interministeriale prevista dall'articolo 5 di detto decreto ministeriale n. 87 del 2009, al fine di accreditare sollecitamente le istituzioni formative non statali che ne facciano richiesta ed i relativi corsi perrestauratori di beni culturali; ad istituire quanto prima la specifica classe di laurea per restauratori di beni culturali, secondo quanto previsto dall'articolo 29, comma 9, del Codice dei beni culturali e del paesaggio; ad assumere le iniziative, di carattere normativo e amministrativo, volte a prevedere la possibilità di riconoscere, quali crediti formativi nei predetti corsi, la formazione sostenuta presso le scuole di restauro e l'attività di restauro svolta dagli interessati; a proporre quanto prima, nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni, i criteri e livelli di qualità per la formazione delle figure professionali dei collaboratorirestauratori e delle altre figure ausiliari a quella del restauratore di beni culturali, di cui all'articolo 29, comma 10, del predetto Codice, onde consentire alle regioni di disciplinare ed organizzare la relativa offerta formativa; ad assumere le iniziative di carattere normativo e amministrativo volte a consentire l'accesso agevolato ai predetti corsi da parte di coloro i quali, pur avendo frequentato una scuola di restauro ed avviato una significativa attività nel settore del restauro, non abbiano maturato per intero i requisiti previsti dall'articolo 182 ai fini del conseguimento della qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali, e necessitino quindi di una formazione integrativa. (1-00293) «Cota, Goisis, Rivolta, Lanzarin, Maccanti, Grimoldi, Dal Lago, Luciano Dussin, Reguzzoni, Alessandri, Gibelli, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Brigandì, Buonanno, Callegari, Caparini, Chiappori, Comaroli, Consiglio, Crosio, D'Amico, Desiderati, Dozzo, Guido Dussin, Fava, Fedriga, Fogliato, Follegot, Forcolin, Fugatti, Gidoni, Lussana, Laura Molteni, Nicola Molteni, Montagnoli, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Pirovano, Polledri, Rainieri, Rondini, Simonetti, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi, Giancarlo Giorgetti».
Restauro e conservazione bronzei e lapidei Utente recente
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Location: Vedano Olona (VA)
Notizia di stamattina: Il termine di presentazione delle domande viene prorogato al 28 febbraio 2010, e il termine utile per allegare le attestazioni viene prorogato al 31 maggio 2010, esclusivamente in via telematica. La notizia l'ho appresa da il sito progetto restauro.it. Ho fatto anche delle domande alle associazioni e stò aspettando la conferma Saluti e Buon Natale a tutti Vallino Marco
Vi allego un articolo del corriere della sera del 17 dicembre e il testo dell'atto presentato alla Camera dei Deputati da Ermete Realacci l'11 dicembre.
Il termine di scadenza per la presentazione delle domande per il conseguimento delle qualifiche professionali di Restauratore di beni culturali e di Collaboratore restauratore di beni culturali, previsto al comma 1 dell'art. 3 del bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 del 29 settembre 2009, serie Concorsi, è prorogato al 30 aprile 2010. I1 termine di scadenza per la presentazione delle attestazioni in ordine all'attività di restauro svolta dal richiedente, previsto al comma 6 dell'art. 3 del bando sopraindicato, è prorogato al 31 luglio 2010.
collaboratore restauratore di beni culturali Utente recente
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Location: Catania
Che io sappia è stato accettato il ricorso al Tar del Lazio. Inoltre ho partecipato il 15 dicembre ad un incontro che noi studenti dell'università di Urbino abbiamo avuto insieme al CNA ed alla FiLLEA Cigil con il parlamentare Vanucci che si è dimostrato disponibile a perorare la nostra causa. Speriamo bene!!
Location: napoli restauratrice di dipinti murali e intonaci,di tele e tavole
salve a tutti.ho una formazione di 1300 ore prima del 2001(scuole regionali),su tele e tavole e dipinti murali ed intonaci.ho 4 anni certificati...ma non certo per la gestione diretta !!prima del 2001.mi dite cosa sono? gia' restauratrice? potro' accedere all'esame per la qualifica di restauratore? ..per collaboratore? o per essere rimandata ad una prossima vita? ...della serie..riprova..sarai più fortunato???? aiutatemi come potro' sopportare che uno qualunque un giorno possa dirmi...lei e' una qualunque. grazie
Riporto un articolo del Corriere della Sera di sabato 6 Febbraio 2010.
«Un esamino e perdi il posto» Migliaia di restauratori in rivolta
Restauratori sul piede di guerra, centinaia di piccoli laboratori e botteghe artigiane che rischiano di chiudere i battenti in Lombardia, per colpa dell' esamino (on line) introdotto dal ministero dei Beni culturali, che cancella lustri di esperienza sul campo e chiede a chi ha trascorso una vita in bottega competenze che spaziano a 360° gradi dall' economia aziendale alla chimica. Passando per la storia dell' arte, ma questo sembra quasi un optional. Ma si mobilitano anche centinaia di studenti iscritti alle scuole di restauro che rischiano di trovarsi con un diploma inutilizzabile, perché solo tre istituti in Italia - Roma, Firenze e Torino - sono stati individuati per abilitare all' albo che sta per nascere. Oggi al Pirellone ci si interrogherà sul futuro del mestiere del restauro, con un convegno (dalle 9.30 in sala Pirelli) al quale parteciperanno anche il critico d' arte Philippe Daverio, il Soprintendente Alberto Artioli e docenti dell' Accademia di Belle Arti di Milano e della scuola regionale per la valorizzazione dei Beni culturali di Botticino, Vanda Franceschetti e Alessandro Pedercini. Mentre pendono i ricorsi al Tar contro il decreto attuativo - varato a distanza di 8 anni dall' attesissima legge di riordino - che blinda la categoria dei restauratori, slitta al 30 giugno la possibilità di partecipare al concorso on line. Anche chi auspicava un intervento legislativo per riordinare la materia delicata e complessa (chiunque poteva inventarsi restauratore), perché la figura non aveva riconoscimenti (parificato a falegname o a decoratore-imbianchino quando non edile a seconda che trattasse opere lignee o quadri antichi o stucchi e affreschi), sottolinea i paradossi del decreto: «Ci sono giovani che hanno lavorato a bottega e che per potersi iscrivere all' albo devono certificare i lavori fatti prima del 2002 - dice Andrea Toniutti, del Comitato «La Ragione del Restauro» -. Non sempre questo è possibile. Una legge ci voleva, per uscire dall' anarchia ma invece di riordinare la materia si è proceduto ad un taglio netto, che comincia dalla formazione. In Lombardia sono almeno 5 mila i piccoli laboratori, 30 mila in Italia, che lavorano con le Soprintendenze. Nove su dieci rischiano di chiudere». Più artigianato di eccellenza di questo, sottolineano i restauratori nei loro blog che inondano la rete. La prova una tantum se non sarà superata non potrà essere ripetuta. Ma a chi serve quell' esame? «Cosa dobbiamo dimostrare noi - aggiungono i restauratori - che da decenni collaboriamo con le Soprintendenze contribuendo alla salvaguardia e alla conservazione del patrimonio artistico del Paese, che abbiamo all' attivo molti interventi realizzati sotto la guida della Soprintendenza». Paola D' Amico
...e anche degli appunti su ciò che è stato discusso in Regione Lombardia proprio nel convegno sopra citato...
Convegno Il mestiere del Restauro: quale futuro? - Milano, 6 febbraio 2010 Sono intervenuti: -Dott.ssa Alliata di Villafranca (membro dell'AFAM, commissione per l'Alta Formazione Artistico-Musicale del MIUR, Ministero per l'università e la ricerca): con i decreti 86 e 87 del 2009 l'AFAM ha definito le figure professionali legate al settore del restauro e ha istituito una commissione per elaborare un nuovo percorso formativo quinquennale. Chiede alle Regioni cosa stanno facendo in proposito. -Toniutti Andrea (La Ragione del Restauro): chiedono il riconoscimento del curriculum, dei titoli già conseguiti, la possibilità di ripetere l'esame e l'apertura di un colloquio fra tutte le parti interessate per regolamentare il settore del restauro. -Vanda Franceschetti (docente dell'Accademia Aldo Galli di Como): ha posto l'attenzione sulla genesi delle scuole private per sopperire alla domanda di formazione nel settore del restauro che le scuole statali, improntate alla selettività e alla limitatezza dei posti disponibili, avevano reso necessarie. Le scuole regionali e private si sono costituite nella più totale assenza di regolamentazione con autorizzazioni concesse dalle regioni ma dal 2000 sono state declassate a scuole per la formazione di soli collaboratori-restauratori. Le scuole di alta formazione volute dal decreto a tutt'oggi non esistono e le scuole regionali che si sono adeguate a istituire corsi 3+2 non sanno ancora come programmare il biennio finale. -Accademia di Brera: ha istituito dal 1998 un corso di laurea in restauro di opere contemporanee 3+2 conferendo da allora diplomi parificati alla laurea magistrale (quinquennale). Il MIBAC, che non è un organo di formazione, con il decreto 53 smentisce il titolo di studio e lo declassa. Al prossimo Salone del Restauro di Ferrara l'Accademia di Brera presenterà il nuovo corso quinquennale a ciclo unico. -Francesca Cigoli, studentessa dell'Accademia Aldo Galli di Como: chiede cosa devono fare gli studenti tuttora frequentanti che non sono ancora in possesso del diploma e per mere questioni anagrafiche sono escluse dalla prova di idoneità. Per questo ribadisce la necessità di una periodicità per l'accesso alla prova e l'istituzione dell'elenco dei collaboratori-restauratori. -Dott. Antonello Rodriguez (in vece del Dott. Rossoni) dell'Assessorato Istruzione e Formazione della Regione Lombardia: afferma che la normativa emanata lo scorso anno introduce elementi ostativi alla prova di idoneità e all'abilitazione alla professione retroattivi. Chiede di spostare al 2009 la data limite per inserire nella domanda le esperienze lavorative. La Regione Lombardia ha presentato una proposta di standard professionale e formativo minimo per definire la figura di tecnico del restauro di beni culturali da approvarsi in seno alla Conferenza Stato-Regioni. -Franca Anzani, imprenditrice artigiana del settore: dice che il decreto 53 ha messo gli imprenditori in contrasto con i loro dipendenti scatenando un grande conflitto di interessi. Sostiene che la prova unica è anticostituzionale (art. 3). -Avv. Giuseppe Del Vecchio della Confartigianato Nazionale: dice che non ci sono norme che consentano il passaggio graduale dalla vecchia alla nuova normativa. Hanno chiesto di riaprire con un emendamento i termini per variare il Codice del Beni Culturali, ma gli è stato risposto che tale riapertura non è possibile per estraneità alla materia, in realtà è stata una manovra politica. -Dott. Luca Iaia della CNA: dice che a causa dei tagli continui di fondi per gare d'appalto finalizzate alla tutela dei beni culturali il 50% delle imprese di restauro sono a rischio. -Dott.ssa Paola Villa, Assimpredil: rappresenta le imprese SOA in possesso dei requisiti e in grado di sostenere appalti pubblici di importo superiore a 150.000 euro ai sensi della legge 109/94. La SOA valuta il curriculum degli ultimi 5 anni, il decreto 53 entra in conflitto con la SOA perchè valuta il curriculum maturato al 2001. -Laura Metta, Fillea Cgil: stima una perdita di 100.000 posti di lavoro se la normativa non verrà fermata.
approvato al Senato e/o Camera col decr. mille proroghe l'estensione dei lavori utili alla certificazione per tutti quelli svolti fino a luglio 2009, così anche per i corsi, non più a dicembre 2001.
Consulente Diagnostica e Restauratore d' Arte Utente anziano
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Location: Venezia
Si sa qualcosa sulla data di presentazione della domanda? E' vero che slittera' ancora, oltre il 30 Aprile?
Rossella Croce Restauratore di Beni mobili ed Architettonici Tecnico per la diagnostica dei beni culturali Esperto per la Sicurezza nel settore del Restauro
salve a tutti, mi sono diplomata all'accademia di Torino nel 2008, corso triennale in restauro per cui rientro tra coloro che dovrebbero avere il titolo di collaboratore restauratore in quanto mi ero iscritta prima del 2006.
i miei dubbi sul bando sono questi:
- se compilo solo la sezione D del modulo per collaboratore restauratore devo fare l esame di idoneità o no? non riesco a capire se tutti devono fare l'esame e poi in base ai punteggi sei restauratore o collaboratore restauratore...in quanto le sezioni sono: B qualifica DIRETTA di restauratore C requisiti per accedere alla prova di abilitazione per RESTAURATORE D qualifica di collaboratore restauratore (a differenza della sezione B manca la dicitura "diretta" che crea confusione)
- se ti iscrivi sia alla sezione D (per qualifica collaboratore restauratore) sia alla sezione C (esame di abilitazione). Fai l esame e non raggiungi il punteggio di 50/100 ti tolgono anche la qualifica di collaboratore restauratore?
- se è come detto sopra, allora conviene richiedere solo la qualifica di collaboratore restauratore (ammesso che non sia necessario fare l esame)?
Noi che siamo da poco diplomati e non abbiam ancora trovato un lavoro o solo piccoli incarichi per breve tempo per cui non abbiam l'esperienza pratica per affrontare la 2' e 3' prova siamo tagliati fuori anche per lavorare come collaboratori restauratori in un prossimo futuro?
Grazie in anticipo a coloro che riusciranno a togliermi questi dubbi