Salve volevo sottoporvi un problema a cui io non riesco a trovare soluzione. Un kg di scampi sono marciti sul piano di una credenza veneta in noce anni '50 rilasciando liquidi sul piano , nei due cassetti e al suo interno perchè è filtrata attraverso una spaccatura del piano e di conseguenza un odore nauseabondo. Io ho provato a lavare il mobile con una soluzione di acqua aceto e un po' d'alchool e ho usato un pulitore (petrolio +olio paglerino +trementina+alchool) per togliere sporco e odore per poi rilucidare con gommalacca a stoppino. Però purtroppo l'odore non è andato via, si è solo mescolato a quello predominante della trementina. Siccome non ne so quasi nulla di chimica vorrei chiedervi se l'odore di pesce è riconducibile a batteri che magari posso debellare con una soluzione antibiotica. Tipo prendo gli avanzi di antibiotici che ho in casa, pesto nel mortaio e diluisco in H2O? Siccome non vorrei creare altri problemi al mobile chiedo a voi. Grazie molte
A prescindere dal problema che devi trattare, pestare gli antibiotici non mi sembra una soluzione brillante... nei farmaci ci sono un mucchio di eccipienti privi di principio attivo e che potrebbero invece provocare spiacevoli inconvenienti tipo macchie o altri "effetti collaterali"...
Inoltre gli antibiotici sono studiati per lavorare nel corpo a determinati livelli di umidità e temperatura e a lavorare con un lento rilascio per mantenere ad un tasso prefissato la concentrazione di antibiotico nel sangue. Mi sembra che tutti questi parametri siano difficilmente applcabili o studiabili nel caso da te esposto.
Il tutto poi sarebbe utile solo se effettivamente l'odore fosse provocato dalla presenza di batteri (peraltro privi di resistenza agli antibiotici).
Il caso che esponi mi sembra comunque curioso e singolare. La risoluzione non mi sembra facile o banale.
Sappi che comunque l'odore di pesce è in generale provocato da delle ammine (come la trimetilammina) che spesso si formano in seguito alla decomposizione di composti azotati come le proteine.
Nel tuo caso è probabile che il liquame contenente le ammine sia ormai penetrato nel legno e che si liberi lentamente da esso.
Per scongiurare la possibilità che vi siano dei microorganismi che continuano a produrre ammine puoi provare a usare meticolosamente delle soluzioni acquose contenenti benzalconio cloruro che è uno dei più comuni antisettici, ha un ampio spettro d'azione e ha anche una valenza di tensioattivo e quindi detergente. Ha inoltre il vantaggio di essere un prodotto poco pericoloso per l'operatore (segui comunque tutte le indicazioni di sicurezza).
Successivamente, se il problema non fosse risolto, si potrebbero tentare altre strade. Non scarterei innanzitutto la possibilità di aspettare un lungo lasso di tempo (tipo un anno) lasciando il mobile aperto e in zona asciutta e ventilata al fine di lasciargli il tempo di liberarsi integralmente di eventuali sostanze volatili assorbite. Se ancora non fosse sufficiente si potrebbe forse tentare di salificare le ammine residue con tamponi debolmente acidi. Quest'ultima soluzione potrebbe comunque rivelarsi leggermente aggressiva anche per il legno e quindi è da valutare e da considerarsi solo come estrema ratio.
Come soluzione "sperimentale" si potrebbe anche tentare l'applicazione (anche in prossimità del mobile) di nanoparticelle ad effetto fotocatalitico che se associate a opportune "spugne" (sostanze che come le zeoliti sono in grado di assorbire molecole responsabili degli odori) potrebbero permettere un continuo e duraturo abbattimento dell'odore. Abbiamo fatto uno studio in ambito di ricerca universitaria per applicare sostanze di questo tipo all'interno dei musei (presentazione dei primi risultati al Nanoforum a Torino dal 9 all'11 giugno - sessione Beni Culturali).
Marco NICOLA MODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Conservation Scientist - Diagnosta dei Beni Culturali Analisi chimiche, chimico-fisiche, petrografiche, biologiche... e ricerche per lo Studio, la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Artistico sito: http://www.adamantionet.com
Vorrei aggiungere che il cattivo odore, nel caso specifico di prodotti marini, è dato, oltre che dalla presenza di ammine, anche (e soprattutto) da composti del bromo (organici e inorganici). In effetti bisognerebbe agire su di essi per legarli chimicamente (magari attraverso dei chelanti). Come suggerisce Marco l'impiego di disinfettanti come il cloruro di benzalconio è un possibile rimedio (e non solo dal punto di vista dell'azione disinfettante che forse in questo caso ha un interesse più marginale). In effetti nella letteratura più "antica" si trovano trattamentio con acqua e sale. O in alternativa con liscivie. VOGLIO SPECIFICARE, A SCANSO DI EQUIVOCI, CHE STO RIPORTANDO SISTEMI DA USARSI SU PARETI E NON SUL LEGNO! La mia perplessità sta nel trattamento di supporti lignei con soluzioni acquose che potrebbero deformare le tavole. Tutto sommato l'idea di permettere l'evaporazione dei composti del bromo lasciando il mobile (o le parti da trattare) in un ambiente aerato per lungo perido mi pare la soluzione più indolore (ma è possibile applicarla?). Provvederei però alla rimozione dello strato di gommalacca che può rallentare queto processo.
effettivamente il legno può essere sensibile alle soluzioni acquose quindi bisogna tenerlo sotto controllo... d'altra parte anche l'aceto (che è già stato usato) era in acqua...
usare soluzioni addensate potrebbe limitare i problemi...
in ogni caso, se fosse sufficiente e possibile, aspettare che perda l'odore da solo sarebbe la soluzione meno invasiva.
Marco NICOLA MODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Conservation Scientist - Diagnosta dei Beni Culturali Analisi chimiche, chimico-fisiche, petrografiche, biologiche... e ricerche per lo Studio, la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Artistico sito: http://www.adamantionet.com
bhè intanto vorrei ringraziare tutti quanti per la risposta direi prontissima . vorrei assicurare che l'aceto (ma è stato utile usarlo era diluito in acqua ma non ho inaffiato il mobile (uso sempre una spugna non molto zuppa e una pezza ricavata da qualche vecchio asciugamano di spugna) sono conscio dei problemi che potrei arrecare alle tavole. Anch'io pensavo che arieggiarlo sarebbe la soluzione migliore ma non praticabile (le case a venezia sono molto piccole e poco arieggiate con microclimi da palude ) seguirò il consiglio del disinfettante che però non sò dove reperire, qualche consiglio? crea esalazioni tossiche se diluito in acqua o di che rischi parlate ? In proposito agli studi sulle nanoparticelle cercerò di capirci qualcosa on line ma mi sembra una soluzione innovativa e sicuramente interessante, ma quanto costerebbe ???
credo che da queste schede e dai loro nomi non farai fatica a risalire al numero di telefono.
In bocca al lupo.
Marco NICOLA MODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
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