Salve a tutti! vorrei chiedere un po' d'informazioni circa un restauro che mi hanno proposto di eseguire... E' un portone del 1650 in legno...alto 3 metri circa. non si trova in ottime condizioni in quanto è ricoperto da estesi rigonfiamenti su tutta la zona che affaccia verso la strada, mi sembrano comunque rigonfiamenti di vecchie vernici; il legno presenta solo diverse lacune e mancanze. Inoltre il portone è composto da varie tavole incorniciate a scopo decorativo; queste tavole sono tutte spaccate (per effetto delle tensioni in seguito a sbalzi termici). Da dove cavolo devo incominciare?? : devo fare un indagine sul tipo di legno prima di intervenire? Credo sia rischioso spostare il portone dalla sua posizione attuale, mi conviene lavorare con un ponteggio mobile? QUANDO COMINCERò AD ELIMINARE LE VECCHIE VERNICI E PITTURE, IL LEGNO VIVO STAGIONATO QUANTO TEMPO POTRà RIMANERE SENZA ESSERE PROTETTO? Da una prima indagine non mi sembra che ci siano attacchi biologici, ma mi conviene comunque dare qualche disinfestante? la cornice del portone porta delle zone completamente marce... come mi conviene intervenire??? Vi prego aiutatemi!!!è la prima volta che mi trovo con un portone in legno, e non vorrei rifiutare questo lavoro (tutti sanno le condizioni in cui ci troviamo noi restauratori! ) e se magari potete indicarmi qualche testo su cui documentarmi! grazie mille Manuela Fedele restauratrice / ceramista
Anzitutto ti conviene procedere con la sverniciatura. Puoi usare un normale sverniciatore universale, oppure uno in base acqua: è più lento, ma meno tossico e, proprio a causa della sua lentezza, lavora più in profondità e quindi risparmierai lavoro dal momento che dovrebbero esserci più strati di vernice. Lo metti in abbondanza e torni il giorno dopo; se non basta lo rimetti. Devi solo aver l'accortezza di coprirlo bene (sacchi di iuta e polietilene) affinchè nessuno ci si appoggi. Una volta sverniciato non devi aver fretta; aria e sole non possono che far bene al legno. A questo punto devi fare gli eventuali reintegri. La rottura delle tavole è probabilmente dovuta ad un loro incollaggio avvenuto in epoca successiva alla fabbricazione: venivano sempre lasciate mobili proprio per evitare rotture. Magari la pittura ha funzionato da colla. L'entità dei reintegri devi deciderla tu. Io tendo a farne il meno possibile. L'ultima operazione consisterà nella verniciatura ed inceratura. Ovviamente ti consiglio una olioresina (servirà anche da consolidante), ma ne parleremo magari dopo la sveniciatura. Si, ti conviene lavorare con un piccolo ponteggio mobile. Tienici informati. Buon divertimento pierpaolomasoni
Grazie mille! Dopo varie indagini ho le idee un po' più chiare... Comunque sono d'accordo con te per quanto riguarda le tavole incollate successivamente... ma mi chiedevo: dopo gli impacchi con lo svernicatore, è probabile che le tavole ritorneranno mobili, e quindi le potrò riunire attuando un minimo intervento. Cosa ne pensi? Avevo pensato di consolidare con il paraloid B44 invece del comune B72, mi sai consigliare? A presto Manuela Fedele Restauratrice / Ceramista
bhè se non sono più incollate , ripristina l'incollaggio (ripulendo bene dalle vecchie colle) oppure integra con delle verghe di legno rastremate per facilitarne l'inserimento. per quanto riguarda la resina , il paraloid non sò se è molto adatto all'esterno certo è che non è molto facile farlo penetrare per microporosità su una superfice verticale . Buon lavoro
Se con la sverniciatura le tavole ridiventano mobili (ne dubito) devi riaccostarle ed incollare la spaccatura. In quanto al paraloid sono totalmente contrario. Non ha niente a che vedere con il legno (anche se in passato è stato usato in tutte le salse....). Esistono metodi più rispettosi per effettuare consolidamenti. Per esempio l'olio di lino. Se non si tratta di marcescenze importanti basta già quello contenuto nell'olioresina di finitura, altrimenti puoi intervenire con olio puro, magari addizionato con un essicativo (vedi post precedente) per accorciare i tempi di attesa, Tale olio polimerizzandosi crea un reticolato idrorepellente, ma permeabile al vapore ed elastico, il che significa che il legno può traspirare e muoversi. Se hai bisogno di una forte penetrazione puoi allungarlo con un po di acquaragia o usare quello crudo. pierpaolomasoni
Ma come è bello Stò Forum!!!grazie mille, ma che professionalità! interessante la soluzione dell'olio ... vi invio una foto di alcune zone da consolidare ed una delle tavole spaccate. Manuela Fedele Restauratrice / ceramista
fai un tasello e porta in tinta con del larice (suppongo) non perdere neppure tempo a consolidare , fai come ti consiglia p.Paolo Masoni che ne sà! tienici aggiornati!. Anch'io lo ho scoperto da poco il forum e lo trovo un bellissimo modo per creare una fitta rete tra noi, acnhe prechè a guardare bene non è che ci siano grossi spazi di discussione in giro. CiaUz
Visto così non parlerei di bisogno di consolidamento, anche perchè se come rifinitura userai una olioresina essa stessa consoliderà. In quanto ai reintegri io sono fondamentalmente contrario a meno che non siano funzionali alla conservazione dell'Oggetto. Non mi sembra questo il caso. Un tassello su quel montante significherebbe doverlo scavare per creare un alloggiamento logico per una patacca che, per quanto mascherata, si vedrà sempre e sempre cercherà di andarsene. pierpaolomasoni
Sono convinto anch'io che aggiungere patacche serva a poco ma devo dire che trovo difficile (ma mi impegnerò ad imparare come) convincere clienti e sopratutto architetti che lasciare un "buco" sia una cosa buona . Oltretutto almeno quì a venezia molto spesso hanno coperto portoni con smalti orrendi e che soprattutto vengono intaccati fin da subito da malte che cadono dai muri delle calli e dal sale presente nell'aria che credo aumenti la velocità di decadimento dello smalto oltre lo smog. Mi è capitato di ripristinare dei grossi fori su di un portone di una chiesa che è stato finito (non da me) a smalto con dell'araldite opportunamente graffiata per confondersi con il resto del legno.
No, non funziona: richiede una password. Bisogna fare una distinzione fra reintegri funzionali (quelli che hanno il senso di prolungare la durata dell'oggetto) e quelli estetici. Su questi è sempre possibile discutere e magari trovare compromessi. pierpaolomasoni
Io avevo pensato alla pasta per il legno, ma (scusa l'ignoranza) che differenza c'è? l'araldite è una resina epossidica e quindi allo stesso tempo MI CONSOLIDERà e mi darà elasticità....CREDO SIA MOLTO MEGLIO GRAZIE! Cmq è un portone di un palazzo, d'altronde funzionale, e non posso lasciargli quelle mancanze enormi.... verrà una cosa carina, no una patacca Cmq se riesci a mandarmi questo link mi sarà utile! Manuela Fedele Restauratrice / ceramista
direi proprio di si io uso semplici terre, però in ogni caso parti da una base piuttosto violacea, nel mio caso è stato smaltato quindi no prob. La cosa che a me personalmente aggrada molto dell'araldite della phase è che la puoi pulire con una spugnetta inumidita . se la usi invece con legni piuttosto scuri tipo noce, riesci a ricostruire anche riccioli mancanti o pezzetti mancanti in situazioni complicate da ripristinare a colla e legno e il pezzo ricostruito riuscirà anche a sostenersi da solo, anche se consideriamo la sua resistenza non si può certo paragonarla al legno. C'è un'altro tipo di resina epox che invece è molto chiara (tipo stucco a gesso e colla animale) e soprattutto si può tingere comodamente dopo, ma non sò se è adatta in esterno cmq non mi ricordo il nome ma nei prox giorni indagherò meglio. Per quanto riguarda la pasta di legno (che non ho mai usato ma di cui ho letto qualcosa) credo sia più simile ad una resina epox di quelle per capirci che per pulirti le mani dopo averla usata necessiti dell'acetone (che non fà per nulla bene!soprattutto alle giovani donne!), però non sono sicuro di quello che dico, chiedi prima di comperare. CiaUz
Salve a tutti......sono nuovo anch'io ma se volete vi posso portare le mie esperienze poichè mi occupo di restauro ligneo in particolare portoni (11 già fatti) e di strutture lignee. Quello che dice Pierpaolo non fà una piega.....solo che forse io userei uno sverniciatore gel di quelli normali poichè con una buona maschera e lavoradno all'aria aperta accorci i tempi di sverniciatura...e poi perchè quelli all'acqua benche meno nocivi per l'operatore meno efficaci......e di sverniciatore sono costretto ad usarne tanto, anche perchè di strati di smalto per sterni ne trovi davvero tanti...... Poi una volta finita la sverniciatura, cercherei di tirare via gli ultimi residui di gel o con del diluente nitro passato con uno stracciom ma c'è anche chi lava il portone con acqua e ammoniaca in proporzioni di 1/4 o 1/5, lasciando asgiugare all'aria il legno...P.S. per l'operazione di sverniciatura se dopo aver fatto dei saggi stratigrafici noti che ci sono tanti strati di smalto potresti con tanta attenzione cercare di tirare via i primi strati di smalto con un fon e con un raschietto, finendo poi il lavoro con lo sverniciatore. In seguito passerei ai lavori di falegnameria e da quel poco che si vede non devi farne tanti e successivamente alla stuccatura, patinatura dei nuovi elementi ed infine alla finitura....se non c'è da consolidare..... Per il consolidamento anch'io non sono per niente convinto del paraloid...potresti provare con della cera calda addizionata con della pece greca per indurirla un pò e spennellarla sull'oggetto, fino a completa rifiuto a soluzioni crescenti......per la finitura la olioresinosa và bene anche se viè una costante manutenzione io personalmente preferisco un encausto dato a pennello e a più riprese, lucidata fissata con un Phon....il lavoro viene una meraviglia.....buona lavoro. Dario