A humic earth, typically associated with the so-called Vandyke brown (q.v.). Salter (1869) for example describes it as 'an earth containing bitumen...[d]eposited at the bottom of seas, lakes, or rivers, and subsequently covered up by the accumulations of clay and sand, the organic tissue undergoes a kind of fermentation by which the bodies in question are slowly produced.' It could also be calcined to give a darker colour.
Alternate terms cited in the literature include Terre de Cassel and castle earth (Salter, 1869); also Kassel earth (Feller and Johnston-Feller, 1997). Heaton (1928 ) gives Cassel earth as an obsolete term.
Cited from: Eastaugh, N.; Walsh, V.; Chaplin, T.; Siddall, R. The Pigment Compendium CD-ROM Elsevier (2004)
Marco NICOLA MODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Conservation Scientist - Diagnosta dei Beni Culturali Analisi chimiche, chimico-fisiche, petrografiche, biologiche... e ricerche per lo Studio, la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Artistico sito: http://www.adamantionet.com
La terra di Kassel dovrebbe essere un pigmento e come tale insolubile nel mezzo disperdente. Invece mi pare che si parli di sostanze che si sciolgono in acqua calda...
La cosa più semplice credo che sarebbe chiedere al fornitore una scheda tecnica.
Marco NICOLA MODERATORE AREA AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Conservation Scientist - Diagnosta dei Beni Culturali Analisi chimiche, chimico-fisiche, petrografiche, biologiche... e ricerche per lo Studio, la Conservazione e il Restauro del Patrimonio Artistico sito: http://www.adamantionet.com
Grazie Marco per la citazione dal Pigment Compendium. Con questo materiale non si ottengono semplici dispersioni perchè il colorante una volta disciolto, cosa che nel mio caso ottengo facilmente anche in acqua fredda, non si deposita sul fondo dopo riposo, cosa che invece avviene per le comuni terre. Una domanda, ma eventuali trattamenti con soda potrebbero indurre una maggiore solubilità in acqua del composto? Le notizie riportate da Alessandro parlano di salificazione! Inoltre il Turco riporta l'addizione di aniline per ottenere modificazioni della tinta, cosa che spiegherebbe le diffferenziazioni di questo materiale in rosso mogano, nero ebano, bruno noce, e mi pare esista anche una versione violacea palissandro. Concordo sul reperimento di una scheda tecnica. Intanto ho misurato il Ph di una soluzione di questo materiale con le cartine tritest, anche se non danno informazioni precisissime, e in più c'è difficoltà a leggere i risultati per via del colore aggiunto dal materiale stesso. Comunque pare posizionarsi attorno a pH8.
anche Conservation of Furniture, il testo che cito spesso, riporta informazioni similari in proposito: parla di materiali tradizionali, poco stabili alla luce, e quindi di scarsa qualità, usati nel passato dai restauratori di mobili: tra questi la terra di cassel o bruno van dyck, trattato con carbonato di sodio, oppure macinato con i malli delle noci fermentati. La preparazione moderna potrebbe essere differente ed anche variare da prodotto a prodotto in base a diverse caratterisctiche di produzione e all'addizione di materiali differenti. A questo punto la scheda del prodotto diventa davvero basilare per la comprensione del materiale.
Ok, non avevo visto il link alla scheda tecnica dalla pagina di quel sito. Sulla questione dei coloranti riflettevo su una cosa: in un altro post si faceva allusione a quei fenomeni di alterazione\ ingiallimento che si osservano spesso, sui legni, fenomeni che sembrano essere al di sotto delle vernici. Ho in casa un caso simile avvenuto su un mobile che non è di gran pregio, restaurato circa 20 anni fà,( non l'ho fatto personalmente ma l'ho visto fare: tinta noce, quella di cui stiamo parlando, gommalacca a tampone con olio paglierino), il quale ha manfestato da diverso tempo questo fenomeno, soprattutto nei lati più esposti alla luce. Ora in genere sulla opacizzazione delle vernici dovuta al loro degrado, la risaturazione con un altro materiale adatto sufficientemente penetrante( regal rez per esempio) riesce spesso a ridare sufficiente trasparenza da permettere di lasciare la vernice sul posto. In queso caso non ha funzionato affatto. In casi come questo la vernice non è per niente degradata, è qualcosa al di sotto di essa: ora riflettendo sulle caratteristiche di stabilità alla luce riportate sui materiali di cui stiamo parlando mi sorge il dubbio che fenomeni di questo tipo siano legati appunto al degrado dei colorati impiegati, è possibile secondo voi?
magari è proprio la superfice che ha buttato fuori qualcosa tipo umidità dovuta magari al restauro frettoloso o cera residua mal tolta e ha sbiancato ... fenomeni di sbiadimento ne ho visti anche per quanto riguarda legno tinto con la terra di kassel ma con finiture tipo impregnanti quindi inadatte al tipo di tinta, per il resto non mi è mai capitato di vedere un mobile tinto "sbiadito" . Se puoi posta un immagine che sono curioso. Cmq prova con del petrolio bianco e vedi che succede. Grazie
Ora leggendo la tua ultima risposta mi è venuto un dubbio, quando trovo mobili che presentano un fondo ingiallito e diventato non più trasparente ma che nasconde la venatura del legno, mi trovo davanti sempre ,o quasi, ad un fondo Nitro ??? oppure potrebbe essere pure un fondo originale fatto, come dici, ad olioresine che poi è ingiallito nel corso degli anni?? il sistema per ripristinarlo è semplice, basta passare un po' di pulitore (olio-petrolio bianco-alcohol-eventualmente un po' di pomice) e poi riucidare, almeno io faccio così ottenendo sempre buoni risultati. Vado ciaUz
mi riferivo a situazioni come quella che hai descritto sopra in un altro post.
ma io non parlavo di sbiancamenti della tinta del legno ma sicuramente della vernice (intesa anche come fondo) che sia nitro olioresina o gommalacca addizionata con ulteriori resine.
ho appena mandato una mail info@rassasie.com ai produttori del mordente che uso io , loro però hanno solo 2 tinte noce e mogano quindi forse il mordente che vendono sul sito di antichità belsito è una cosa diversa. Ho chiesto anche a loro una scheda tecnica ma stamattina mi hanno inviato un pdf illustrativo in cui non si specifica un gran che .
quelli di antichità belsito non hanno inoltrato una mail al produttore del loro mordente chiedendo specifiche tecniche mentre i produttori Rassasie mi hanno rimandato al rivenditore che mi esibisce il solito foglietto pubblicitario...eppure loro sono la fabbrica produttrice, mi chiedo che segreti del piffero avranno mai da nascondere???