Ma cercare di fare le cose bene mica è finita.Ma tu pensi che quando facevano i mobili nel 700, non portassero delle migliorie nel loro lavoro, tutte le esperienze scritte e parlate, la conoscenza viene dall'esperienza e dalla ricerca. La bellezza di poter per un attimo entrare nelle tecniche di lavorazione degli artigiani del 700 o 800 è emozionante un esempio: gli utensili che si fabbricavano i pialletti, le lame in acciao forgiato lavorate a fuoco e modellate secondo la sagoma da creare, la scelta degli alberi il periodo della segagione delle piante e la stagionatura delle assi lo studio delle vernici, c'erano persone come noi che desideravano continuamente perfezionare il loro lavoro renderlo sempre di più migliore, per avere l'eccellenza, pensi che sia sbagliato. Pensi che sia sbagliato creare una scuola di restauratori che lavorano con gli stessi utensili fatti da loro stessi per raggiungere l'obbiettivo di creare un mobile come nel settecento. o ottocento Facendo così quell'esperienza fondamentale per capire le condizioni idell'l'artigiano in cui creava il mobile, lo studiava e su quali basi ragionava per arrivare al fine del creare il mobile. Solo creando una situazione simile si può capire il valore del mobile ed il suo creatore. Per dare ai giovani ricercatori del valore del restauro, la possibilità di vedere. Allora quando restaureranno un mobile dl 700,800, sarà un restauro autentico, fatto con le stesse tecniche, precise, e materiali e utensili di lavoro, stesse problematiche, solo mangiando una mela puoi conoscerne il sapore. Immagina due studenti che segano in lungo con una sega a mano un tronco di noce, lungo dieci metri,fanno assi, o piallano con diverse forme di pialletti grandi e piccoli, fatti da loro stessi un asse o preparano la forma del ferro, col fuoco, per fare la sagoma di un bordo di varie formi di mobili. E'diversa alla fine dell'opera creata la visione del mobile .
E tutte quelle conoscienze che non sono state scritte, ma solo tramandate verbamente da artista a garzone che non son giunte a noi, sono migliardi formule.
ecco, questo è un argomento che mi piace, sul forum non se nè mai parlato: comincio con quello che ho nel mio labratorio, premetto ce sono un cultore del genere, mi piace molto cercare vecchi attrezzi, ma non epr lasciarli appesi a fare esposizione, quindi la scelta si basa su criteri di utilizzo e non su criteri da collezionista: metto qualche foto
la prima è di uno sbozzino in faggio, l'ho costruito da un pezzo di scarto quando ero studente, la forma è stata inventata, prendendo a modello alcuni sbozzini trovati in rete , la lama è un comune ferro da 22 arrotondato sulla mola e affilato a mano sulla pietra, c'è voluto meno tempo a costruirlo che ad imparare ad usarlo, ora è indispensabile...
questa invece è una sega per tagli trasversali su grandi spessori, penso sia della fine dell'800, notate la forma della parte superiore della lama che è identica ai modelli prodotti dalla ditta Disseton Americana ma qui mancano i marchi di produzione, anche la forma dell'impugnatura è tipica dei modelli USA. è stradata larga, lo spessore della lama è notevole ed anche i suo peso, prima ancora di affilarla già tagliava ed era coperta di ruggine....trovata per caso (va bene lo ammetto, in discarica, nel cassone del ferro....).
una serie di sgorbie, ci sono alcune Stubai nuove, ma la maggior parte sono inglesi di varie epoche, la più alta penso sia dell'800 (inutile dire che è quella che si affila meglio) le altre penso anni 50-70. Alcune hanno stampigliato il nome del loro primo possessore, ci sono acciai di Addis, Marples, Sorby i nomi noti della produzione di qualità che contraddistingue l'acciao Sheffield, alcuni hanno manici in bosso fatti artigianalmente al tornio. Una ha la parte terminale del manico rivestita con dischi di cuoio, una finezza per il comfort nell'uso a mano e per risparmiare il manico dall'usura sotto il mazzuolo...ci sono anche alcune che sono affilate all'interno, per un maggiore controllo dello strumento soprattutto nella realizzazione di scanalature e sagome (provare per credere).
tornando a bomba sulle pialle, questa è una Record numero 4, scocca in ghisa, manici in palissandro,esa più di 3 kg, è un brevetto ottocentesco in produzione tutt'ora (sono più note le stanley) quello che fà la differenza rispetto ai modelli odierni è la precisione della costruzione e la qualità della lama, eccellente. Questa in particolare potrebbe essere stata fabbricata in Inghilterra appena prima o appena dopo la seconda guerra mondiale (i modelli fatti dal 1939 al 1945 portavano la scritta war finish sulla barra che regola lo spostamento a destra e sinistra della lama che questa non ha) ma più verosimilmente direi prima del 1939 perchè dal 1945-46 i manici in palissandro vennero sostituiti con i più economici in faggio tinto come le due stanley che metterò dopo. Anche questa trovata coperta di ruggine e acquistata per 5 euro, discreto lavoro di restauro , ma senza eccedere in quelle atroci rimesse a nuovo con smaltature epossdiche e rinichelatura delle viti in cui cadono la maggior parte degli affezionati del genere, del resto non è un pezzo da museo è fatta per lavorare, e lavora....
qui alcune block plane, piccoli pialletti che si possono usare con una mano sola, sono una record 130 double end impugnatura in palissandro (prima del 1945) e due stanley mod 110 e mod 220 made in england anni '50.
questo invece sempre prodotto negli anni '50 dalla Record, rimasto in produzione solo alcuni anni, un utensile per mantenere l'angolo di affilatura delle pialle per affilature manuali, si notino i caratteri impressi tipici dell'epoca. sotto ha una sfera in metallo che permette di muovere sulla pietra la lama bloccata in squadra dalla vite che si vede sopra. anche qui pochi euri ben spesi, mette perfettamente in squadra lame di pialle e scalpelli.
e per finire...(per ora ), un Rabot (come lo chiamano qui) la lama dentata che veniva usata sulle superfici da impiallacciare, Two cherrys, il falegname che la possedeva aveva rotto due denti e la buttava, l'ho recuperata con l'utensile del post precedente, e moltissima pazienza...... credo che in commercio non ci sia nemmeno rivolgeersi alle meglio ferramenta online tipo Fine tool, Axminster o Dick. Questa la uso così non montata, la trovo più adatta a lavori di restauro, forse in altri contesti occorre costruire la struttura in legno con il corretto angolo della lama.
vabbè, qui sotto la new entry, Record 405, versione inglese della più nota Stanley 45. è una pialla che serve ad eseguire scanalature anche controvena (con i dovuti limiti) e modanature. Trovo che sia adatta agli usi del restauratore ove necessiti di eseguire piccole e medie porzioni di sagome in legno per cornici e mobili. Ovviamente l'uso per decine e decine di metri di sagome sarebbe contro le logiche delle attuali modalità lavorative (veloce e costare poco) . Tornando a noi, il brevetto della STanley 45 è ottocentesco, ma questa è la copia inglese delle versioni più complete dei primi anni del 900, è stata in produzione dal 1939 al 1982.
le lame purtroppo sono in pollici , qui sotto gli ovolo cutter abbastanza utili...la lama che vedete co il doppio tagliente era usata per sfilettare delle tavolette ed ottenerne dei filetti il classico caso dei filetti di acero.