Cari amici del forum voglio salutarvi in quanto sono un nuovo iscritto, mi occupo di altre cose cioè di curare le persone e di ciò ne vado fiero, ma mi piacerebbe come hobby poter restaurare mobili per arredare la mia casetta di campagna. Ebbene ho un tavolino di noce chiaro molto colpito da tarli (ho trattato già i tarli) il piano superficiale risulta di colore più chiaro rispetto alle gambe del tavolo. Da un mio amico ho avuto i seguenti consigli.
1. utilizzare uno sverniciatore con molta attenzione. 2.rimuovere la vernice con spatoletta e rimuovere i residuo con lana di acciaio fine seguendo sempre le venature. 3.una volta sverniciato applicare con attenzione olio paglierino con l'aggiunta di una piccole dose di petrolio.
Secondo voi questo potrebbe essere una procedura corretta?. Va dato dopo una mano di cera?
Un caro saluto a voi tutti del forum e all'amministratore
Sarebbe utile un immagine per capire di che manufatto stiamo parlando e di che tipo di fenomeno si tratta. La procedura descritta di per sè è molto utilizzata, ma a mio parere quasi mai c'è la reale esigenza di sverniciare, soprattutto con sostanza di così elevata tossicità come quelle presenti negli sverniciatori (ne ho visto uno di recente che conteneva Dimetilformammide al 10%). Giustamente poi si pone il dubbio sulla finitura, che ovviamente dopo tale operazione dovrà essere necessariamente riproposta. Bisognerebbe quindi vedere il manufatto per poter suggerire qualcosa di più.
la situazione di differenze di colore è causata probabilmente sia dall'uso, che dall'azione della luce che agisce in modo differenziato colpendo in modo più diretto il piano, non escludo viste le macchie un uso in cucina o\e una permanenza all'esterno. il mio consiglio è di pulire bene con tensioattivo tutto il manufatto, senza eccedere nell apporto di umidità, una spugnetta umida và benissimo. Poi togliere la vernice degradata solo dal piano e dalle altre parti divè e degradata, ma non dalle gambe (ma qui davvero occorrerebbe vedere di persona per valutare). Al di sotto della patina ingiallita della vernice, che sul piano è veramente in cattivo stato, si dovrebbe recuperare il colore del legno come sulle gambe.
per togliere la vernice dovrebbe essere sufficiente dell'alcool etilico, magari addensato con Klugel G. Eviterei di principio qualsiasi abrasivo.
La finitura: dopo aver chiuso i fori di sfarfallamento dei tarli, su un manufatto così potrebbe essere fatta a gommalacca a tampone, magari senza spingere troppo verso un lucido spiccato. Farei prima una piccola prova per verificare che il colore del legno venga uguale o molto simile alle gambe, altrimenti và correto con dei coloranti prima di stendere la vernice. Comunque una certa differenza è pur sempre dovuta al naturale invecchiamento dei materiali costitutivi (qui non vorrei però addentrarmi nello scivoloso concetto di patina) e quindi un pregio più che un difetto, il restauro, nella attuale concezione, a dispetto del nome con cui si chiamano questo operazioni, non deve cancellare il passaggio del tempo sui manufatti.
Forse per te potrebbe essere più pratico preparare una soluzione di gommalacca in alcool 100-120 gr su 1 litro, filtrare e stendere 2-3 mani con un pennello nuovo (a meno che tu non sappia lucidare a tampone), un buon pennello mi raccomando. Lasciar asciugare molto bene tra 1 a mano e l'altra e finire con paglietta 4 zeri a pareggiare eventuali imperfezioni e eventualmente una mano di cera ...
ho tentato di condensare mantenendo una certa correttezza pur mantenendole tra i consigli da "Fai da Te" (che troppo spesso portano i manufatti nei laboratori di restauro con danni irreparabili) ma senza nemmeno eccedere con operazioni e materiali che sono, come è giusto che sia, di competenza del professionista. Spero ne venga qualcosa di buono.
caro roberto sei un pozzo di consigli ed esperienza e ti ringrazio per il tempo che hai speso. Effettivamente le gambe del tavolo non le toccherei. Farò tesoro dei tuoi consigli e le applichero al piano. Però vorrei sapere la stucatura prima dell'applicazione dell'alcool?
ma perchè tutti si divertono a restaurare mobili??? qualcuno me lo deve spiegare...cerco sempre di non dire che mestiere faccio...altrimenti mi devo sentire 'la spiega' di come si sono restaurati l'ultimo pezzo e che risultati pazzesci hanno ottenuto (con metodi che mi porterebbero istintivamente all'omicidio)! se siete in vacanza dal lavoro, ma andate a spasso, vedete gente, leggete libri, ci sono mille cose così belle da fare!! comunque buon lavoro!!
E cosa ne pensi di quei colorifici che espongono una serie di prodottini per restauro, delle vere schifezze a costi esorbitanti? la gommalacca facile, la cera del restauratore...il rinnovatore nutriente per il legno: leggi olio di silicone. E' un problema senza soluzione.
e se dici che restauri i dipinti "ti chiedono con che cosa si puliscono i quadri?", e poi ti insegnano un sistema infallibile usato dalla loro nonna che in genere prevede un ortaggio (aglio, cipolla o patata) sfregato sulla superficie.
mal comune...però mi chiedo 'come mai?' a me non verrebbe di mettermi a curare delle persone, oppure improvvisarmi ragioniera o che altro...anzi! a volte mi interessa consultarmi con colleghi per prendere la decisione più giusta; e come se si sottovalutasse la professione del restauratore poichè TUTTI sono convinti di avere le capacità, soprattutto sui mobili. difatti noi 'lignei' dobbiamo sopportare la concorrenza di : falegnami, pensionati, madame bricoleur...ed hobbisti in genere che abbassano il livello e diseducano i committenti a vedere la differenza. ora è solo uno sfogo, non voglio farla lunga, ognuno a casa sua si può mettere a posto cosa vuole e divertirsi coi mobili di famiglia, ma vi assicuro che mi capitano a volte nelle mani dei mobili di modesta fattura ma con la propria dignità che sono stati letteralmente devastati in modo irreversibile, con chiodi piantati ovunque e levigati col flessibile... che dire ? e che fare?
Cara Chermes c'era un grande uomo che diceva "fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza" ebbene sicuramente il mio mestiere non è il restauratore a dir la verità io curo gli uomini e mai mi sognerei di fare il restauratore ma di imparare piccole cose credo proprio di si. Ebbene in questi ultimi anni mi sono dilettato a fare il muratore, il carpentiere, l'elettricista....sebbene con modesti risultati ma sempre con mia grande soddisfazione. Il mio post a cui cinnabarin gentilmente mi ha risposto era mirato in via dilettantistica a voler migliorare un piccolo tavolo e non a voler imparare a fare il restauratore. Io credo che la filosofia del forum non sia solo quello di essere indirizzato a navigati restauratori come nel tuo caso ma in alcuni casi a voler consigliare a persone come me che vogliono imparare qualcosa di nuovo dalla vita. I tuoi esempi sono forse un pochino fuori luogo sicuramente è difficile curare delle persone se non si fanno 6 anni di laurea in medicina e 4 o 5 di specializzazione oppure occuparsi di ragioneria, ma se si deve imparare a cucinare per il proprio diletto e restaurare un piccolo mobile oppure utilizzare il KC1 per rasare una parete questo potrebbe essere fatto tramite consigli oppure frequentando corsi appositi. Comunque a parte le polemiche volevo ringraziare cinnabarin che ha compreso perfettamente lo spirito con cui chiedevo consigli e accludo la foto del tavolini restaurato....pardon migliorato mediante i suoi consigli
capisco che sono stata feroce, e hai fatto benissimo a occuparti del tuo tavolo sò che la soddisfazione è tanta, ma è proprio quando dici che ci vogliono 6 anni e più per fare il medico che si intuisce una piccola pecca...credi che il nostro mestiere si impari con un corso di un paio d'anni? salvare vite umane è sicuramente più importante che ripristinare un manufatto (per di più nulla è eterno) ma la cosa che mi indispettisce da molto è la presunzione di parecchie persone (sicuramente non tu)! che ho trovato nella vita sulla loro convinzione che sappiano fare tutto e bene, credo nel talento di ognuno di noi, ma raramente ho visto individui che riuscivano a alternare 'mestieri molto diversi tra loro. chi non conosce i colori, non sa usare un pennello mi sembra un po' tagliato fuori già solo nelle mansione pratiche. Te lo dice una persona che ha passato (e passa) anni a spiegare ad altri come restaurarsi i mobili. Solo che forse sono un po' stufa...è la stessa cosa di quando a te, appena scoprono che sei medico e non sei sul posto di lavoro, ti elencano subito tutte le patologie che hanno, magari persone che incontri occasionalmente, spiegandolti pure come si sono curati fai da te. Non mi dire che non ti è mai successo. E per infierire e farmi odiare ancora di più di voglio anche far presente una cosa che mi ha sempre disturbata nella tua categoria professionale: se io vado da uno specialista in media spendo 150 euro per mezz'ora del suo tempo concessomi, (magari tra una telefonata e l'altra che riceve)! e qualora non fossi soddisfatta devo ugualmente pagare la parcella... Ora perchè il mio tempo/ lavoro vare mooolto meno? mettendoci pure i materiali e tutto quello che serve mi sembra enorme il divario; per di più se il cliente non fosse contento può anche decidere giustamente di non pagarmi o farmi rifare le cose. Questo non lo capisco proprio. P.S. più che 'navigata' mi definirei, su una zattera in balia delle onde!
In genere chi da estraneo alla professione si avvicina al forum per ottenere dei consigli vuole qualcosa di spiccio e veloce da ottenere con quello che già si ha senza troppe complicazioni, anche davanti a casi drammatici o ad interventi difficili. Infatti se scorrete il forum diverse volte ho dovuto ricordare che questo forum nasce come scambio tra professionisti del settore e non per dare dare modo di intervenire sulle opere a chi si avvicina per la prima volta alla materia e vuole magari lucidare un pianoforte a coda come prima esperienza
Nel contesto ho molto apprezzato il modo con cui Adriano si è voluto informare di come fare il lavoro, tra l'altro su un manufatto modesto, ha chiesto conferme di ciò che gli era stato riferito da un amico, ha messo in pratica i consigli, ed ha anche ottenuto un buon risultato. Secondo me è una posizione lodevole e penso che anche molti restauratori trarrebbero vantaggio da un approccio a mente aperta di questo tipo, (soprattutto sulla parte della verifica delle informazioni).
Detto questo capisco lo sconforto di Luciana, che è quello di tutti i professionisti del settore che subiscono la concorrenza sleale di imbianchini, muratori, decoratori, hobbisty (nel senso di gente che fa il restauratore al nero alla domenica) , e signore bene annoiate. Fin troppo spesso questi Figuri, si fanno anche pagare molto di più che un restauratore professionista. E altrettanto spesso le opere trattate con modalità assai discutibili finiscono nei nostri laboratori e là poi sono dolori.
Per esempio manca nel nostro paese, la circolazione diffusa di informazioni sulla manutenzione e sulle necessità delle opere fuori dalle collezioni museali. Questo permette la circolazione di modalità e di metodi arcaici, tra cui le più classiche sono la molllica del pane per pulire gli affreschi, la patata e la cipolla per pulire i dipinti e gli olietti a "nutrire" per la manutenzione del mobile, come l'insana e dannosa praticha di sverniciare qualsiasi manufatto prima di fare alcunchè.
qui metto il link ai consigli di manutenzione del mobile fatti dall AIC american institute for conservation, lo ho già postati diverse volte, e mi pare aver azzardato una traduzione del primo sui mobili:
come del resto manca una rete di professionisti riconosciuti e qualificati (stendiamo un velo pietoso sull'attuale procedura di qualificazione ministeriale che se possibile sarà ancora più dannosa del problema che vuole risolvere)