Mi tuffo nell'argomento che è oggetto di particolare interesse da parte mia visto che ci tengo un corso di aggornamento

ti premetto che di queste faccende di vernici sono in grado di parlare per giorni di fila quindi non tutto è condensabile in un post.
prima di tutto permettimi un appunto: la laropal k 80 non esiste più mentre la Lefranc produce almeno due retoucher, la Vibert (acrilico ignoto probabilmente un butil acrilato, in miscela con, fino a qualche tempo fà, laropal k80 ora non si sà) e la Surfin (acrilico ignoto al 100%).
Conservativamente parlando entrambe le scelte sembrano poco praticabili, chi mai si sognerebbe di applicare un acrilico di ignota natura su un dipinto!!!! soprattutto prendendolo dalla classe dei butil acrilati che sono quelli che meglio producono cross linking, cioè quelli poi teoricamente, più difficili da rimuovere
per cui diciamo volentieri addio alle retoucher, nate per i pittori alla fine del xix sec per correggere in fase di esecuzione i prosciughi nei quadri prima di ridipingervi sopra: ritoccare nel senso del pittore , non nel senso dato dai restauratori. Non oso pensare al comportamento nel tempo di miscele retoucher\dammar matt tanto in voga qualche anno addietro.
In genere poi quello che chiediamo alla vernice è di omogeneizzare il comportamento della superficie pittorica dopo la pulitura , che se è stata eseguita con metodi rispettosi risulta meno assorbente e disomogenea di altre trattate con ammoniaca, miscele tipo 2 A , 3 A , 4 A, DIDAX; DAN, dilunte nitro etc o peggio ancora se possibile, DMF, BUTIL AMMINA etc . Questo credo sia facile da assimilare....meglio si rimuove la vecchia vernice, e meno la si rimuove e più omogenea sarà la nuova verniciatura. Qui devo ricordare che la pratica della pulitura di superficie con i chelanti è sempre poco praticata ma riduce di molto la necessità di rimozione delle vecchie vernici.
per il problema che riscontri, ci sono due strade, la prima è la concentrazione della resina (le commerciali già pronte sono tutte intorno al 20%) mentre le naturali anche già pronte all'uso sono in concentrazioni molto maggiori (40-50%) potresti alvorarte con resine più concentrate per evitare o ridurre l'assorbimento.
un alternativa è l'applicazione delle prime mani, anche prima della stuccatura attraverso un tampone: un batuffolo di cotone messo in un involucro fatto di tessuto sintetico (funziona solo per dipinti molto lisci, senza sollevamenti o asperità)
come resina potrei consigliare la dammar se vuoi stare sulle naturali, oppure Laropal A-81 20-30% o di Paraloid B-72 5-10% :
lo sò che all'80% di chi leggerà si torceranno le budella a sentire di applicare il paraloid come vernice ma se pensate che chi usa le retoucher ce lo mette un paraloid sulla superficie, con la differenza che magari (e senza il magari) ci mette un acrilico con inferiori caratteristiche all'invecchiamento. Il B72 era e resta la migliore opzione tra gli acrilici. Il riferimento è sempre Feller "On the picture Varnishes and their solvents" Ma poi personalmente penso che sia questione di nome: chiamandolo Paraloid fà brutto; chiamandolo "Vernis a retoucher surfin di lefranc non dà fastidio a nessuno".... ma sempre di acrilico si tratta (psicologia del marketing) Anche se in realtà quello contenuto nelle retoucher è più simile al B-66 almeno per le caratteristiche di solubilità.
detto questo occorre precisare che la stessa resina produce effetti molto, molto diversi a seconda del solvente impiegato, in genere per applicazioni a pennello, più è veloce ad evaporare il solvente più la superficie sarà lucida (non vale per lo spray).
spero non aver confuso troppo le idee....