Faccio un appello alla vostra vasta conoscenza per risolvere un problema che mi si è presentato. Devo foderare una locandina di un film degli anni '50, in carta, di grandi dimensioni (150x 220). E' abbastanza in buone condizioni, non necessita di rattoppi, però essendo stato per molto tempo ripiegato in 4 è logorato nelle piegature e la carta è molto sottile e spugnosa. Pensavo di foderarlo con carta giapponese, (517), ma non sono sicura del risultato. Ho visto in alcuni casi che carte di grandi dimensioni sono state foderate con tela da rilegatori o con canapina, ho però il timore che con la tela da rilegatori diventi troppo pesante e successivamente difficile da maneggiare e la canapina ho paura che mi assorba troppa colla. Altro problema è come e quando effettuare la sovrapposizione o l'accostamento dei vari fogli di carta giapponese per coprire le dimensioni del poster. incollando preventivamente i fogli prima o incollarli uno a uno via via? Ho anche il problema di non saper dove appoggiarmi perchè il mio tavolo da lavoro è di dimensioni inferiori, ma per questo penso di ovviare mettendomi sul pavimento, anche se dovrò fare un pò di contorsionismo. Ringrazio anticipatamente chiunque mi dia suggerimenti.
Restauratore - National Archives of Scotland Utente anziano
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Ciao Graziella,
lascerei decisamente perdere cose diverse dalla carta giapponese. Ti consiglio di lavorare sull'oggetto inumidito applicando i fogli di carta giapponese uno alla volta, facendo attenzione a sovrapporli di pochi millimetri (se i tagli sono ad acqua e non netti il risultato è più piacevole all'occhio, secondo me) per mantenere la flessibilità della locandina uniforme. Puoi lavorare sul pavimento, sì. O magari una grande tavola di legno che ti faccia le veci di un karibari, o una grande tavolo luminoso verticale. Un buon metodo che vedo usare spesso, ideale per documenti frammentati, è quello di incollare alla superficie prima una telina (che ti renderà la vita più facile al momento del distacco), poi la carta giapponese e infine l'oggetto. Attenzione al momento dell'asciugiugatura, che deve essere graduale... In bocca al lupo
Grazie mille per le indicazioni. ho lasciato il lavoro in un canto perchè mi dava pensiero affrontarlo. ho pensato anche di aspettare ad avere una mano in più da qualcuno per appoggiare le veline. Ora bisogna proprio che ci metta mano prima che mi .....tirino le orecchie. Ti farò sapere.
Ma se la carta è in buone condizioni perchè non la spiani con dei falsi margini? così non la devi foderare. Si tratta di incollare lungo i bordi dell'opera delle strisce di carta giapponese di circa 15 cm di spessore in modo da formare una cornice. Dopodichè inumidisci l'opera sia sul recto che sul verso e la "tiri" su un pannello ligneo incollando la carta giapponese con metilcellulosa (solo 2/3 cm sulla parte esterna delle strisce) o con le strisce precollate di carta da pacchi marrone. L'opera asciugando si ritirerà un po' e una volta asciutta sarà spianata e senza pieghe. quindi tagli la carta giapponese e l'opera sarà libera, o se le strisce ti servono per il montaggio le tieni tagliando a 5/6 cm dall'opera.
Alle volte controfondo con velo giapponese leggero tipo 502, 508 ma anche 504 (si nota di meno su certe carte). Umidifico la carta anche più volte, attendo che la carta si stabilizzi, da qualche minuto a un'ora, il tutto sotto leggero peso tra feltri (di lana) o TNT in più strati. Deciso il momento per la controfondatura, metto l'opera su un TNT umido, passo sul verso l'adesivo (Tylose o Amido). Appoggio il velo sull'opera e lo stendo con pennellessa a secco. Metto il tutto sotto peso tra feltri o TNT e cartoni. Questa tecnica l'adotto soprattutto per i grandi formati composti anche da due o più fogli. Si può adottare la tecnica della velatura indiretta, cioè prima si incolla il velo al TNT e, poi da asciutto, si appoggia sull'opera umidificata: la colla del velo si riattiva e il velo si incolla al verso, il tutto sotto peso. (Mi scuso ma non ricordo il nome del restauratore che la inventò e la propose al CFLR). Ricordo che anni fa applicavo la 517 su opere aventi la carta con lo stesso spessore o grammatura e su casi disperati (molti strappi e lacune), oggi preferisco evitare applicazioni se non strettamente necessarie. Se non ricordo male, alla fine degli anni 80 (?) c'è stato un convegno a Torgiano. Si presentò un lavoro sui manifesti di un Museo (Bertarelli?): le opere venivano incollate prima su carta giapponese e poi su tela di cotone. La tela sbordante l'opera veniva poi ripiegata su se stessa per presentare meglio l'opera e per preservare i bordi del manifesto da colpi accidentali. In quel periodo, nel mio laboratorio, si utilizzò una tecnica leggermente diversa: sulla tela sbordante il manifesto si cuciva un fettuccia (sbieco) piegata a V, in cotone colorato solitamente di verde o ecrù.