Buongiorno atutti, mi chiamo emanuele e sono nuovo. Voglio chiedere alcune informazioni.. mi trovo di fronte ad un dipinto presumibilmente di fine 600 inizio 700, olio su tela (dimensioni 96x70), preparazione di colore rosso, presenza di craclè distribuito in maniera piuttosto uniforme sulla superficie, più strati di vernice fortemente ossidati ed ingialliti. Il retro presenta un rifodero a colla pasta a mio parere di vecchia data in quanto eseguito con due pezze unite tra loro nonostante la dimensione dell'opera sia ridotta. La tela presenta ancora un buon tensionamento sul telaio originale. nella zona inferiore il dipinto presenta uno strappo di dimensioni abbastanza ingenti ad andamento non unidirezionali causato forse da un urto (ha all'incirca forma di una Z in orizzontale di dimensioni di 15 cm). Non ho ancora esguito test conoscitivi della vernice (test di feller modif. Cremonesi ecc). Ora quello che mi interessava sapere da Voi è questo.. partendo dal presupposto che mi piacerebbe mantenere il vecchio rifodero a pasta in quanto a mio parere traccia di passaggio dell'opera nel tempo, mi chiedevo se un eventuale consolidamento dal retro a colletta e immediata stiratura possa essere un modo per "riattivare" i leganti presenti nella vecchia colla pasta che mi consentirebbe di smorzare il craclè dell'opera e consolidarla (provando a bagnare con tamponcino di colletta in prossimitàdello strappo e toccando con il dito pare che la vecchia colla pasta diventi appiccicosa..). oppure per voi c'è rischio dato la sensibilità della colla pasta all'apporto di umidità. La sola stiratura senza consolidamento è per voi sufficiente ad ammorbidire il craclè? Ancora una cosa .. se ciò che ho detto fosse qualora possibile come stirae la tela dal retro senza rischi che la ginta delle due pezze possa segnare sul davanti...? grazie
Il tuo quesito è interessante, infatti non è da dare per scontato il fatto di togliere le vecchie foderature. Nel tuo caso però non sò se è il caso di impregnatre tutta la tela da rifodero per fare i consolidamento del colore ed il suo appianamento (difficile abbassare i cretti solo con la colla) forse occorre considerare di togliere la fodera intera, fare i trattamenti, fare il lavoro sullo strappo, e poi decidere se rimetterci la fodera libera dietro in qualche modo.
lei intende dire di rimuovere la foderatura, lavorare sullo strappo e poi rieseguire la foderatura con ala medesima tela che precedentemente ho asportato?
diamoci del tu. Non precisamente, intendo togliere la foderatura eseguire i trattamenti di consolidamento e abbassamento delle scaglie e o dei cretti se ho ben capito c'è questa necessità, e solo dopo aver risanato lo strapoo, a seconda dello stato del tessuto decidere se rifoderare o meno, in entrami i casi (foderato o no) c'è sempre la possibilità di tensioare sul telaio la vecchia tela da rifodero alla quale avevi dato importanza come testimonianza storica, intendo come falsa foderatura, cioè una tela tesa sul telaio prima di riapplicarvi il dipinto, è una possibilità, poco praticata da noi, ma utile a volte. non sò se sono riuscito a spegarmi?
Ciao a tutti. Trovo il consiglio di Roberto davvero interessante una precisazione pero' quale collante per unire le due tele? Beva film, Beva375? o altro? Considerando anche il fatto che non tutti posseggono una tavola termica e che per il primo Beva film bisogna stare tra 65 e 68 gradi C e cosi credo anche per il secondo. Stabilire la temperatura esatta del ferro sappiamo è impossibile.
un'altra cosa ... volevo chiedere se vi è mai capitato di eseguire dei rattoppi con rammendo ago e filo (senza passare d'all'altra ovviamente) per poi rinforzare ancora la struttura con beva film.. onde evitre di vedere il rattoppo classico che a mio parere non è il massimo... chiedo perchè ho in casa una sarta e mi dice che secondo lei si può fare un rammendo senza passare oltre con filo di dimensioni e resistenza adeguati ...
sì, c'è tutta una casistica di questo genere di interventi (che sappia io hanno lavorato su questo sia Ezio Buzzegli all'OPD e Winfred Heiber in Germania, il secondo è scomparso lo scorso anno, io ho una dispensa del suo corso quando tenne una meravigliosa lezione a Vicenza nel 2008 mi pare. Comunque si lavora con aghi da chirurgia e si segue l'orientamento dei fili cercando di ricostruire il tessuto dove è fragile, il limite è la resistenza del colore e la creazione di tensioni che con il tempo possono creare sollevamenti nelle zone sollecitate, inoltre il non aver accesso alla parte dipinta per vedere quello che succede è un limite. Tutte queste tecniche prevedono il lavoro in stereo microscopia 10-20X anche se è possibile eseguire risanamenti di buon livello anche con una semplice lente. Il forte ingrandimento serve soprattuto per l'allineamento delle superfici e dei fili. In genere però nell'attività normale si lavora con delle semplici suture fatte da adesivi applicati puntualmente sotto ingrandimento,, e filo a filo, e poi si applica sl retro o dei fili a cavallo , quasi invisibili e esteticamente accettabili, oppure un reticolo calibrato sulle esigenze dell'opera (personalmente uso 2 tipi 1cm x 1 cm o 0,5 cm x o,5 cm. Come adesivi si usa o l'adesivo di Heiber (colla di storione e amido di grano in una certa percentuale) o emulsioni ( resine tipo l'eva, o il beva lasciato seccare (o il beva film) o la poliammide trasformata in filo o piccole striscie. Difficile riassumente in un post le varie fasi e tutte le possibilità, ma se serve ti posso dare indicazioni maggiori.
Ciao a tutti. Trovo il consiglio di Roberto davvero interessante una precisazione pero' quale collante per unire le due tele? Beva film, Beva375? o altro? Considerando anche il fatto che non tutti posseggono una tavola termica e che per il primo Beva film bisogna stare tra 65 e 68 gradi C e cosi credo anche per il secondo. Stabilire la temperatura esatta del ferro sappiamo è impossibile.
ciao
giovanni castellana
io dicevo di non mettercelo prorpio l'adesivo, tendi la tela vecchia sul telaio su cui poi in un secondo momento andrai a mettere il tuo dipinto foderato o meno, si chiama falsa foderatura, è usata in certi casi come barriera e come sostegno al retro in casi in cui non serve una vera foderatura (ma quando serve davvero? secondo me solo in pochissimi casi) ma si vuole lo stesso fornire una barriera. in caso la si voglia puntare appena (ma anche far aderire, BEVA a spruzzo sulla vecchia tela a formare lanugine (in esano) e poi riattivazione con il ferro a 70-80 gradi con i limiti che sappiamo (e che anche le tavole calde hanno visto che non sono altro che un grande ferro girato a faccia in su, più ci si allontana dalla resistenza che produce calore più la temperatura scende, proprio come sui ferri che sono più freddi sulla punta. Un'altra soluzione che viene dagli ambiti della Scicolone è quella delle lampade infrarosse , si mette una o più ampade infrareosse sopra il quadro da trattare (misurate la temperatura con termometri di superficie o laser ) e fate aspirazione in TBP o a sacco.
sì, c'è tutta una casistica di questo genere di interventi (che sappia io hanno lavorato su questo sia Ezio Buzzegli all'OPD e Winfred Heiber in Germania, il secondo è scomparso lo scorso anno, io ho una dispensa del suo corso quando tenne una meravigliosa lezione a Vicenza nel 2008 mi pare. Comunque si lavora con aghi da chirurgia e si segue l'orientamento dei fili cercando di ricostruire il tessuto dove è fragile, il limite è la resistenza del colore e la creazione di tensioni che con il tempo possono creare sollevamenti nelle zone sollecitate, inoltre il non aver accesso alla parte dipinta per vedere quello che succede è un limite. Tutte queste tecniche prevedono il lavoro in stereo microscopia 10-20X anche se è possibile eseguire risanamenti di buon livello anche con una semplice lente. Il forte ingrandimento serve soprattuto per l'allineamento delle superfici e dei fili. In genere però nell'attività normale si lavora con delle semplici suture fatte da adesivi applicati puntualmente sotto ingrandimento,, e filo a filo, e poi si applica sl retro o dei fili a cavallo , quasi invisibili e esteticamente accettabili, oppure un reticolo calibrato sulle esigenze dell'opera (personalmente uso 2 tipi 1cm x 1 cm o 0,5 cm x o,5 cm. Come adesivi si usa o l'adesivo di Heiber (colla di storione e amido di grano in una certa percentuale) o emulsioni ( resine tipo l'eva, o il beva lasciato seccare (o il beva film) o la poliammide trasformata in filo o piccole striscie. Difficile riassumente in un post le varie fasi e tutte le possibilità, ma se serve ti posso dare indicazioni maggiori.
ciao
INTERESSANTISSIMO! si, se avessi qualcosa da indicarmi o qualche bibliografia mi piacerebbe darci un'occhiata, io non ho mai eseguito niente del genere
appena ho u attimo ti metto giù un pò di bibliografia, qui sopra dimenticavo di nominare Alberto Finozzi che per nni ha tenuto corsi su questo. Qui un foto del corredo base , termocauterio con punta fine, lente contafili 10x pesetti, microforbici curve, specillo, etc...