dipende anche dal tipo di sovente in cui vuoi lavorare, e da come si comporta il dipinto. le possibilità sono tante e questo è uno di quei casi in cui bisogna mediare tra le esigenze dell'etica sulle caratteristiche dei materiali e la natura dell'opera che non deve essere compromessa. Se mi citi l'alcool polivinilico, magari puoi anche prendere in considerazione anche i pva in soluzione (sono considerati buoni materiali se non sono in emulsione) prova a vedere in quel libricino sulle resine di Borgioli e Cremonesi che c'è nè un tipo che non è niente male, oppure magari un acrilico paraloid b-72 in bassissime percentuali in solvente adatto (aromatico haimè eppure un butil acetato).
acrilico e PVA anche se richiedono solventi magari un pò più strong per un dipinto su tela ad olio, permetterebbero almeno in forma teorica una parziale rimozione della resina quando nel tempo si altererà. In alternativa Funori, colle animali, colla di storione, e derivati cellulosici ù: questi ultimi scegli adesivi che siano stabili alla luce, (mi riprometto sempre di approfondire questo discorso ma poi tra mille cos enon trovo mai le energie sufficienti, magari i colleghi della carta mi vengono in aiuto: tra klucel G Tylose credo sia meglio il tylose da questo punto di vista, e anche con adesività maggiore (di questo sono certo) . Sempre relativi a questi ultimi a seconda di come vengono preparati, ci si puà infilare un pochino di altra resina ad aiutare il potere adesivo, il tylose và solo in acqua se non erro, quindi un emulsiona acrilica in piccole percentuali. Però se dovessi sciegliere personalmente starei s un materiale a solvente dei primi tre nominati. alla minima modificazione possibile, poi dipende anche dalle esigenze di consolidamento, se riesci a trattare i sollevamenti magari su una tavola aspirante, senza che si depositi materiale in superficie, o avendo la possibilità di rimuoverlo sarebbe ideale. Importante anche ragionare ce se rimane qualche materiale sula superfcie in futuro lontano dovrà essere forse rimosso. |