La questione della fluorescenza UV dei pigmenti può essere piuttosto spinosa e controversa per diversi motivi:
-nomenclatura non sempre chiara: in particolare per gli standard moderni spesso vengono venduti con un certo nome pigmenti che hanno poco o nulla a che vedere con i corrispettivi pigmenti antichi o che sono pesantemente addizionati di additivi
-purezza dei pigmenti: sia di quelli antichi che di quelli moderni. Il pigmento individuato nel dipinto è spesso usato in miscela o contiene impurezze dovute al suo procedimento di produzione. Come già accennato, vale anche per quelli appena acquistati che sono spesso addizionati ad altri materiali meno costosi (ad esempio caolino, solfato di bario, carbonato di calcio, gesso, etc).
-pulizia della luce UV: le luci UV delle comuni lampade di Wood sono in generale poco pure e non si ha una vera "luce nera" ma una luce prevalentemente UV con delle code che vanno a finire nel visibile nella zona blu-viola. Questa luce impura se colpisce una sostanza come l'azzurrite potrebbe dare delle interferenze.
-frequenza della luce UV: alcuni studi sono fatti con un fascio di luce UV con range di frequenza molto ristretto. Questo tipo di studi danno risultati diversi da quelli fatti con UV "generico".
-presenza di sostanze organiche: nel dipinto su tela e tavola sono sicuramente presenti sostanze organiche (moltissime delle quali hanno forti fluorescenze UV). Un tipico esempio che potrebbe essere utile in questo caso è la gommalacca che ha una tipica fluorescenza arancio-rosa. Il fatto che la fluorescenza sembri associata ad un solo pigmento in un dipinto non è garanzia che sia effettivamente così. Bisogna infatti anche considerare effetti legati a puliture "a zona" eseguite eventualmente da restauratori del passato. Una vernice contenente gommalacca potrebbe ad esempio essere stata lasciata nella zona dove c'è l'azzurrite perchè questo pigmento è piuttosto delicato e il restauratore ha preferito girare al largo, oppure potrebbe essere rimasta più intimamente legata a questo pigmento perchè ha in genere granulometria più elevata degli altri o ancora potrebbe far parte di una particolare tecnica pittorica mista (sviluppata perchè usare l'azzurrite è più complesso che usare altri pigmenti) oppure essere il risultato di precedenti interventi di restauro. NB anche per i dipinti murali c'è spesso l'uso di sostanze organiche (soprattutto per blu e verdi) e a causa delle sensibilità dei pigmenti ci sono spesso stati interventi di restauro locali (con aggiunta di sostanze organiche).
Al tutto ciò si aggiunga che la fluorescenze muta nel tempo con il degrado e l'alterazione o con la formazione di patine.
Purtroppo il sistema è più complesso di quanto possa sembrare
Detto tutto questo, bhe, come prova "bruta" puoi provare a prendere un pigmento commerciale di buona qualità (ti consiglio azzurrite della Kremer) e dargli un'occhiata con la tua lampada e poi controllare cosa succede sul tuo dipinto, tenendo sempre presente, comunque, tutte le problematiche enunciate. |