[... CONTINUA]
• E’ nota l’incongruenza del sistema media mediata (con e senza taglio delle ali) con criteri di definizione del miglior rapporto qualità/prezzo in quanto non necessariamente il prezzo “più medio” è correlabile ad una qualità quantomeno accettabile. Inoltre il sistema si avvicina ad un criterio quasi casuale governato da complesse regole matematiche che sono state oggetto in passato anche di manipolazioni.
• Mancando dei criteri oggettivi e a livello nazionale di valutazione dei curricola aziendali che vanno a contribuire alla definizione dell’offerta economicamente più vantaggiosa si è giunti spesso a valutazioni molto diverse in relazione alle singole stazioni appaltanti. I sistemi di certificazione come SOA e ISO non sono d’altro canto in grado di garantire la qualità del lavoro di restauro ma solo una qualità di tipo gestionale (di cui non si nega l’importanza).
• Si presume che operatori a tempo indeterminato siano meglio istruiti nelle procedure di sicurezza sul lavoro e quindi più inclini ad un atteggiamento consapevole e prudenziale, unito a una più positiva reattività in caso di emergenza. Ciò non è irrilevante in quanto il settore del restauro, soprattutto nelle operazioni di cantiere, su impalcature e ponteggi mobili, è ad alto rischio.
• Il notevole incremento di contratti Co.Co.Pro e subappalti a imprese individuali nei cantieri di restauro, e' un sistema spesso adottato dalle imprese per eludere i costi della sicurezza, intesi come equipaggiamenti e DPI dati in dotazione, risparmio sulla stipula delle assicurazioni sul lavoro, ecc. Ciò induce molti giovani a lavorare in condizioni pericolose, oltre che precarie, con un rischio di costo sociale e sanitario futuro molto alto anche in relazione alle minori tutele degli operatori precari in relazione alle malattie professionali.
• L'impossibilità di un lavoro continuativo spesso spinge molti giovani con elevato livello di istruzione, ad attività di ripiego non qualificate e a periodi di pausa, che di fatto provocano una minore o nulla crescita professionale e spesso portano al completo abbandono dell’attività che era stata l’oggetto di studio. A causa di ciò si verifica, inoltre, uno spreco di risorse umane e di risorse economiche che lo Stato ha direttamente o indirettamente investito per istituire e finanziare i corsi e gli istituti di formazione.
• Il problema è aggravato nei confronti delle donne che di fatto compongono la grande maggioranza degli addetti al settore; se precarie risultano infatti pesantemente discriminate quando decidono di intraprendere una gravidanza.
• Le imprese ad elevato numero di operatori precari spesso hanno lavoratori che non sono abituati a lavorare insieme e che neppure il datore di lavoro conosce approfonditamente e sa valorizzare; sono inoltre più facilmente soggette a mera speculazione economica.
• Le imprese ad elevato numero di operatori assunti con contratto a tempo indeterminato svolgono anche un ruolo sociale in quanto tale tipologia di lavoro garantisce una qualità di vita che giova alla società tutta.
Per firmare bisogna andare al seguente link: http://www.petitiononline.com/restauro/petition-sign.html?